Russia, con Putin tornano in auge (e aumentano) le accuse di "alto tradimento"
Mosca (AsiaNews) - Una madre di famiglia, uno scienziato, un collaboratore del Patriarcato di Mosca e un militare della flotta del Mar Nero. Sono quattro i cittadini russi arrestati, nelle ultime settimane, con l'accusa di alto tradimento. Il loro numero, denunciano gli attivisti per i diritti umani, continua a crescere e non è facile tenerne il conto, in quanto si tratta di casi classificati come "segreto di Stato".
Quattro casi in poche settimane
Quello che finora ha fatto più scalpore è stato il caso di Svetlana Davydova, 36 anni e madre di sette figli di cui uno neonato, arrestata a gennaio a Vyazma - regione di Smolensk, circa 250 km a nord della frontiera tra Russia e Ucraina - per aver chiamato, nell'aprile 2014, l'ambasciata di Kiev a Mosca, avvertendo di presunti movimenti di truppe russe verso la Repubblica ex sovietica, dopo aver visto svuotarsi la caserma della sua città. La donna è stata posta in detenzione preventiva nel carcere moscovita di massima sicurezza Lefortovo, da dove è stata liberata su cauzione il 3 febbraio scorso, dopo che in oltre 40mila hanno presentato una petizione al Cremlino per la sua scarcerazione. Rimane, però, ancora sospettata di tradimento e rischia fino a 20 anni di prigione.
Come pure Evgheni Petrin, il cui caso è venuto alla ribalta il 9 febbraio. Ex agente dei servizi segreti (Fsb) e collaboratore del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, Petrin è stato arrestato con l'accusa di tradimento, sospettato di aver passato agli Stati Uniti "importanti informazioni strategiche" sulla Chiesa ortodossa. Secondo quanto comunicato dai responsabili di Lefortovo, dove si trova in custodia preventiva, rimarrà in carcere fino ad aprile. A detta del fratello, che ha parlato con il quotidiano Kommersant, Petrin aveva messo in piedi una rete di talpe a servizio degli Usa all'interno del Patriarcato, col fine di provocare uno scisma tra la Chiesa ucraina e quella russa.
Contemporaneamente al caso Petrin è stato reso pubblico quello di un militare della Flotta del Mar Nero, Gennady Kravtsov, seguito a sua volta a un altro caso di tradimento, aperto nei confronti di Vladimir Golubev, ex ricercatore del centro nucleare russo, per il contenuto di un suo articolo scientifico sugli esplosivi pubblicato nel 2013 su una rivista ceca.
La modifica alla legge sul tradimento
La legge russa sull'alto tradimento è stata emendata nell'ottobre 2012, dopo le proteste di piazza contro il ritorno di Vladimir Putin al Cremlino, le più massicce degli ultimi 15 anni. Secondo gli esperti, l'Fsb - finito nel mirino delle critiche per non essere riuscito a prevedere e contenere l'insofferenza popolare - voleva uno strumento più potente per agire. La definizione legale di tradimento è stata estesa fino a includere "il provvedere consulenza finanziaria, tecnico o altro tipo di assistenza a Stati stranieri o organizzazioni internazionali, dirette a danneggiare la sicurezza della Russia".
Prima delle modifiche, la legge stabiliva che l'accusa dovesse essere basata su "prove, costituite da documenti e competenze", che dimostrassero come il presunto traditore avesse rivelato segreti di Stato. "Ora, invece, è sufficiente l'opinione di qualche agente dell'intelligence: se decidono che alcune azioni o dichiarazioni minacciano la Russia, questo è sufficiente", spiega il giornalista Andrei Soldatov, esperto di servizi segreti.
A suo dire, l'Fsb ha bisogno di dimostrare che sta difendendo il Paese in una situazione di terribile pericolo, con la minaccia della Nato alle porte. "Anche se i casi di tradimento non arrivassero mai a processo - conclude il giornalista - è stato creato un precedente: non c'è bisogno di attuare una repressione, basta mandare un segnale alla gente questa inizierà a comportarsi diversamente".
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