Rouhani sfida Trump: Arricchiremo l’uranio fino a quanto vogliamo
La dichiarazione del presidente iraniano scatena la furia dell’omologo americano. Le esportazioni di petrolio e il settore bancario di Teheran sono in ginocchio. Superato il limite dei 300 kg di riserve di uranio a basso arricchimento: è la prima violazione ufficiale dell’accordo nucleare siglato nel 2015.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – È massima tensione tra Iran e Stati Uniti. Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha infatti deciso di sfidare apertamente l’omologo di Washington annunciando che Teheran aumenterà l’arricchimento dell’uranio “fino al livello che vogliamo”, a cominciare da domenica prossima (7 giugno). Alla dichiarazione ufficiale di Rouhani non si è fatta attendere quella di Donald Trump che ha avvertito l’Iran di non lanciare minacce “che potrebbero ritorcersi contro come mai accaduto prima”.
L’escalation delle ultime ore è dovuta a quanto avvenuto due giorni fa, quando le autorità di Teheran hanno dichiarato di aver superato il limite di 300 chilogrammi di riserve d’uranio a basso arricchimento. A partire da domenica quindi, la Repubblica islamica aumenterà i livelli di produzione oltre la soglia del 3,7%.
Così facendo, l’obiettivo dichiarato di Rouhani è dare una sferzata all’immobilismo dei Paesi dell’Europa ancora vincolati al patto, chiamati ad agire per contrastare le sanzioni americane che stanno mettendo in ginocchio l’economia iraniana.
Il superamento della soglia dei 300 kg è, in assoluto, la prima violazione degli obblighi stabiliti dallo storico accordo internazionale sul nucleare iraniano (Jcpoa), siglato nel luglio 2015 da Teheran e i 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania). In precedenza, Teheran aveva sempre mantenuto fede agli impegni presi, come certificato dagli esperti Aiea (l’agenzia atomica delle Nazioni Unite).
Il soffio dei venti di guerra tra Stati Uniti e Iran è la minaccia più seria della regione mediorientale, con possibili ripercussioni a livello mondiale. Di recente il l segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha dichiarato che “gli Stati Uniti non vogliono una guerra con l’Iran”, nonostante l’invio di navi da guerra e bombardieri nelle acque del Golfo e incidenti navali dai contorni poco chiari.
All’origine dello scontro tra i due Paesi vi è la decisione del presidente Trump nel maggio 2018 di ritirarsi dall’accordo nucleare raggiunto a fatica dal predecessore Barack Obama, introducendo le più dure sanzioni della storia. Il Jcpoa aveva dato speranza alla popolazione iraniana, facendo rialzare l’economia con il ritorno alla vendita del petrolio sui mercati internazionali e la fine dell’embargo su prodotti di import-export. Invece la decisione del presidente americano ha provocato un significativo calo nell’economia iraniana e un crollo nel commercio del petrolio.