Rohingya, dalla prossima settimana la raccolta dei dati per il rimpatrio in Myanmar
Le autorità di Dhaka promettono di rispedire in maniera “volontaria” un primo gruppo di 100mila profughi. La data di inizio delle operazioni è fissata al 22 gennaio. Ma ancora il governo birmano non ha ricevuto “nemmeno un modulo compilato”.
Dhaka (AsiaNews/Agenzie) – Dalla prossima settimana le autorità del Bangladesh inizieranno la raccolta dei dati per il rimpatrio volontario dei profughi musulmani Rohingya in Myanmar. Lo annuncia Mohammad Abul Kalam, il commissario a capo del comitato che sta gestendo le pratiche. “Abbiamo già formato un comitato tecnico composto da nove membri – riferisce – per raccogliere informazioni sui potenziali rientranti. Esso include, tra gli altri, i ministri dell’Interno, della Gestione dei disastri e delle Statistiche”. In base al patto, i ritorni dovrebbero iniziare il 22 gennaio. Per questa prima fase, promette Kalam, “ci aspettiamo di consegnare 100mila Rohingya”.
L’accordo tra Dhaka e Naypyitaw è stato firmato il 23 novembre. L’intesa prevede il “ritorno sicuro e volontario” dei profughi dai campi allestiti in Bangladesh lungo il confine, in particolare nella striscia di Cox’s Bazar. Tra essi non vi sono solo gli ultimi 655mila sfollati delle violenze di agosto, ma anche gli oltre 70mila dell’ottobre 2016.
Nonostante le buone intenzioni, per ora le procedure appaiono lente e complesse. Kalam spiega che “possiamo un database dei cittadini del Myanmar in entrata in Bangladesh. Confronteremo i dati raccolti con il database prima di compilare il modulo da spedire” alle autorità birmane. L’effettivo rimpatrio avverrà solo dopo che il governo di Naypyitaw “avrà verificato tutte le informazioni, compresi nome, età, sesso, genitori, figli e villaggio natale”. Da parte sua, nei giorni scorsi Myint Kyaing, segretario permanente del Ministero del lavoro, immigrazione e popolazione del governo birmano, aveva lamentato di “aver inviato i moduli da riempire per i rifugiati, ma non ne abbiamo ricevuto nemmeno uno completo dal Bangladesh”.
Nel frattempo nei prossimi giorni dovrebbe riunirsi anche la prima sessione del comitato congiunto dei due Paesi, presieduto dai rispettivi segretari degli Esteri. La data ufficiale è avvolta ancora dal mistero: alcuni parlano di 9 gennaio, altri del 15 dello stesso mese.
Sul tema dei rifugiati musulmani è intervenuto a più riprese anche papa Francesco, sia prima che durante che dopo il viaggio pastorale in Myanmar e Bangladesh. A Dhaka ha incontrato un gruppo di rifugiati. Il pontefice ha detto di essere stato “molto toccato dall’incontro con i rifugiati Rohingya e ho chiesto loro di perdonarci per le nostre mancanze e per il nostro silenzio, chiedendo alla comunità internazionale di aiutarli e di soccorrere tutti i gruppi oppressi e perseguitati presenti nel mondo”.
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