Riyadh rilascia le prime patenti femminili, ma trattiene gli attivisti in carcere
Il divieto alla guida sarà abolito il 24 giugno. I critici affermano che Riyadh non vuole concedere ulteriori riforme. Il diritto a guidare non basta, deve essere abolita la legge del guardiano.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Il governo saudita rilascia le prime patenti di guida a 10 donne, ma intanto gli attivisti per i diritti delle libertà femminili sono in carcere.
Le 10 patenti sono state rilasciate ieri a donne già in possesso di licenze alla guida in altri Paesi, fra cui Stati Uniti, Regno Unito, Libano e Canada. Ciascuna delle future guidatrici ha superato un breve test di guida e un controllo alla vista.
Il divieto alla guida sarà abolito il 24 giugno. Per lungo tempo, le saudite hanno lamentato di essere costrette ad assumere autisti costosi, muoversi in taxi o doversi affidare ai parenti maschili per andare al lavoro o a fare compere.
Tuttavia, le prime attese patenti sono state consegnate mentre almeno quattro attiviste per le libertà delle donne rimangono in carcere. Fra le attiviste arrestate vi sono Loujain al-Hathloul, Aziza al-Yousef e Eman al-Nafjan, alcune delle più decise e rinomate voci saudite per i diritti femminili. Per loro, il diritto alla guida non basta: deve essere abolita anche la legge del guardiano, che impone alle donne l’obbligo di avere il permesso del parente maschio più prossimo per aspetti importanti della loro vita, come il matrimonio e viaggi all’estero.
Per i critici, il giro di vite getta un’ombra sulle riforme del programma “Vision 2030” volute dal principe ereditario Mohammed bin Salman: secondo loro, Riyadh non è intenzionata a concedere altre libertà alle cittadine saudite.
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