Riyadh libera (dietro pagamento miliardario) i detenuti della campagna anti-corruzione
Le autorità hanno annunciato il rilascio di tutte le persone arrestate e rinchiuse per tre mesi nel Ritz-Carlton hotel. I fermati hanno raggiunto un accordo economico e ottenuto l’archiviazione delle accuse. Voci contrastanti sulla liberazione del businessman Al-Walid bin Talal. Egli avrebbe pagato sei miliardi di dollari, ma sarebbe ancora agli arresti domiciliari.
Riyadh (AsiaNews) - Le autorità saudite annunciano la liberazione di tutte le persone arrestate a novembre e rinchiuse nel Ritz-Carlton hotel a Riyadh, nel contesto della campagna contro la corruzione voluta dalla leadership del regno. La conferma è arrivata questa mattina da parte di un alto funzionario governativo, secondo cui i fermati hanno trovato un accordo di natura economica che ha permesso loro di tornare in libertà.
Decine di personalità di primo piano del regno saudita, fra cui principi, ex ministri, uomini di affari e funzionari di governo sono rimasti per tre mesi in stato di fermo e sottoposti a numerosi interrogatori. L’albergo, uno dei più famosi della capitale, è stato trasformato in una prigione di lusso e interdetto al pubblico.
Secondo le voci critiche, dietro la campagna anti-corruzione lanciata dal principe ereditario Mohammed bin Salman (Mbs), numero due del regno ultraconservatore wahhabita, si cela una vera e propria epurazione delle famiglie rivali, per consolidare il potere. In totale, riferisce il network saudita al-Arabiya, sono più di 350 le persone - fra cui principi, ministri, ex ministri e potenti uomini di affari - a essere finite in stato di fermo.
Secondo alcune fonti, il governo avrebbe sequestrato fino a 100 miliardi di dollari di “proventi illeciti”. Raggiunto l’obiettivo, spiega la fonte dietro anonimato, “non vi sono più detenuti all’interno del Ritz-Carlton”. Tuttavia, altri parlano di persone ancora che si sono rifiutate di pagare e per questo ancora oggi mantenute in stato di fermo e trasferite in altri luoghi di detenzione sparsi per l’Arabia Saudita.
Fra le personalità arrestate vi è anche il famoso uomo d’affari e miliardario saudita Al-Walid bin Talal, uno degli uomini più ricchi e influenti del regno. Egli si è sempre dichiarato innocente, ma per poter abbandonare l’hotel prigione della capitale ha dovuto sborsare una somma di denaro che, secondo alcuni, si aggira attorno ai sei miliardi di dollari. Le autorità saudite hanno annunciato nel fine settimana scorso la sua liberazione. Tuttavia, alcune fonti vicine al 63enne miliardario affermano che egli si trova ancora agli arresti domiciliari e non può lasciare il Paese. L’uomo sarebbe ancora sotto stretta sorveglianza e “non completamente libero”.
La settimana precedente era stato rilasciato anche l’ex ministro saudita delle Finanze Ibrahim al-Assaf; cadute anche tutte le accuse formulate a suo carico. A differenza di bin Talal, egli avrebbe ottenuto una piena riabilitazione e può riprendere la sua funzione ministeriale e di consigliere del re.
In questi mesi di indagini le autorità saudite hanno interrogato 320 persone e congelato oltre duemila conti correnti bancari. Il denaro recuperato dal governo nel contesto della campagna anti-corruzione dovrebbe essere reinvestito per finanziare un piano milionario di aiuti alla popolazione, in difficoltà per l’aumento progressivo del costo della vita e il taglio ai sussidi statali. L’obiettivo ultimo dei vertici di Riyadh è diversificare le fonti economiche del Paese, sinora legato in via esclusiva ai proventi del petrolio, nel contesto della campagna “Vision2030” lanciata dal principe ereditario Mbs.
04/11/2017 08:55