Riyadh e Mosca pronte a prolungare i tagli alla produzione di greggio
Il ministro russo dell’Energia solidale con gli “sforzi” dei partner impegnati a “riequilibrare il mercato”. Egli aggiunge che l’iniziativa è “efficace”. L’omologo saudita “fiducioso” che l’accordo possa essere “esteso” per la seconda metà dell’anno. Si attendono le decisioni Opec nella prossima riunione in programma il 25 maggio.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Arabia Saudita e Russia, due dei più importanti leader mondiali nel settore petrolifero, hanno raggiunto ieri un accordo di massima sul prolungamento del taglio della produzione di greggio in vista del summit Opec in programma entro fine mese. Il ministro russo dell’Energia Alexander Novak sottolinea che Mosca “è solidale” con gli “sforzi dei nostri partner” nel tentativo di “riequilibrare il mercato” e considera che “l’iniziativa congiunta” volta a “stabilizzare” il mercato mondiale del greggio “è efficace”.
“Stiamo discutendo - aggiunge - le diverse opzioni e riteniamo che una estensione per un periodo più lungo aiuterà ad accelerare il ritorno dei mercati a condizioni più favorevoli”.
Intervenendo a un incontro a Kuala Lumpur, capitale della Malaysia, il ministro saudita dell’Energia Khalid Al-Falib si dice “abbastanza fiducioso” che l’accordo possa essere “esteso” per tutta la seconda metà dell’anno e “possibilmente anche oltre”. Egli aggiunge che il gruppo dei Paesi produttori è “determinato” nel fare tutto quanto è possibile per “raggiungere l’obiettivo” di riportare i livelli “in corrispondenza della media quinquennale di riferimento”.
Nel novembre scorso il cartello dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) ha deciso di tagliare la produzione di greggio di 1,2 milioni di barili al giorno nei sei mesi successivi, per stimolare l’aumento del prezzo, in picchiata dal 2014. Il provvedimento sarebbe dovuto rimanere in vigore per sei mesi a partire da gennaio.
La mossa è stata seguita, almeno in parte, da nazioni che non appartengono all’Opec e sono guidate dalla Russia. Resta ora da vedere se il cartello deciderà di prolungare il provvedimento per altri sei mesi nel contesto del prossimo summit che si terrà il 25 maggio.
La scorsa settimana i prezzi del petrolio sono scesi sotto i 50 dollari al barile. A determinare il prezzo, le preoccupazioni globali circa l’efficacia dei tagli in un’ottica di riduzione dei livelli di magazzino. Su scala mondiale domanda e offerta di greggio hanno iniziato a riallinearsi, col contributo determinante di Russia e Opec; tuttavia, secondo gli analisti nella seconda metà dell’anno è previsto un calo deciso delle scorte.