Rischio attacchi anti-cristiani sotto Natale. Oltre all’Orissa teme anche il Karnataka
La Conferenza episcopale incontra il ministro degli interni: “Grande apprensione” per il rischio di attacchi contro i cristiani durante le festività natalizie. L’All Indian Christian Council presenta un rapporto sulle violenze nel Karnataka tra agosto e ottobre: 48 aggressioni, 53 feriti, oltre 30 luoghi di culto presi d’assalto.
New Delhi (AsiaNews) - “Grande apprensione” per il rischio di violenze contro i cristiani durante le festività natalizie come già accaduto nel 2007. Il portavoce della conferenza episcopale indiana, padre Babu Joseph, sintetizza così il contenuto dell’incontro tra una delegazione della Chiesa cattolica ed il ministro Palaniappan Chidambaram, avvenuto il 10 dicembre. Il capo del dicastero degli interni ha rassicurato la delegazione garantendo la protezione dei cristiani dell’Orissa e delle loro proprietà.
Ma gli assalti a chiese e l’uccisone di fedeli non è un problema solo dell’Orissa. Il 9 dicembre l’All Indian Christian Council (Aicc) ha presentato un rapporto sulle violenze contro le comunità cristiane dello Stato del Karnataka. L’organizzazione impegnata per la salvaguardia della libertà religiosa e l’emancipazione dei dalit ha registrato 48 atti gravi di violenza nel periodo tra agosto e ottobre. Gli atti di vandalismo contro le chiese e le abitazioni di cristiani sono state 39; le persone ferite 53.
I fatti hanno interessato 14 dei 29 distretti dello Stato. Il più colpito quello di Dakshina Kannada dove sono una trentina gli edifici di culto e i luoghi di preghiera che hanno subito attacchi. Tra questi, il rapporto di Aicc segnala 11 chiese cattoliche e 19 sale di incontro appartenenti a varie denominazioni cristiane (nella foto la polizia sgombera manifestanti indù dopo un assalto alla chiesa di San Sebastian a Thokuttu, Mangalore).
Il giorno in cui sono stati registrati maggiori violenze è stato il 14 settembre quando nell’arco di poche ore si sono verificati 12 attacchi nella zona di Mangalore e 6 nelle aree limitrofe. Il rapporto di Aicc nota che 16 dei 39 assalti alle chiese si sono verificati dopo quella data, nonostante gli appelli delle autorità.
La latitanza delle istituzioni e la loro non incidenza è un punto dolente cui l’Aicc ha dedicato la sua attenzione. In occasione della presentazione del rapporto sulle violenze nel Karnataka, Joseph D’souza, presidente dell’organizzazione, ha commentato la conclusione del processo ribattezzato “Deendar Church bombers”. Il 29 novembre sono state infatti riconosciute colpevoli 23 persone responsabili delle attentati esplosivi avvenuti nel 2000 contro diverse chiese in Karnataka, Andra Pradesh, Maharashtra e Goa.
D’souza ha commentato il fatto dicendo “Dopo otto anni è stata fatta giustizia contro chi ha colpito i luoghi di culto cristiani. Speriamo sinceramente che la sentenza del Karanata incoraggi le autorità statali nel promuovere rapide indagini e chiamare in giudizio i colpevoli delle violenze contro le proprietà dei cristiani, i pastori, i laici e specialmente le donne. È triste constatare che, in molti casi, gli stessi poliziotti sono stati accusati di aggressioni contro donne cristiane che manifestavano pacificamente a Mangalore nel settembre 2008. I ritardi della giustizia incoraggiano solo gli estremisti che sempre di più prendono di mira le comunità cristiane”.
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