Rinviato “a data da destinarsi” il passaggio della torcia in Tibet
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Rinviato a data da destinarsi il “passaggio” della torcia olimpica in Tibet, previsto per domani. In contemporanea, i tibetani della Marcia di Ritorno hanno previsto di arrivare al confine tra India e Tibet.
La torcia, dopo avere completato oggi il viaggio in Chongqing, andrà invece in Xinjiang, dove fino al 19 giugno sarà portata da 624 tedofori per le città di Urumqi, Kashgar, Shihezi e Congjin. Fonti ufficiali dicono che il cambiamento dipende dal sisma nel Sichuan, al punto che “ogni tappa successiva sarà decisa solo dopo l’arrivo della torcia in una provincia”. Shao Shiwei, vicedirettore del Comitato organizzatore per le Olimpiadi di Pechino (Bocog), spiega che “è possibile soltanto confermare i dettagli delle tappe sicure dei prossimi 10 giorni. Oltre questo termine, ci sono ancora molte cose in discussione”.
Gli esperti osservano come ciò contrasti con l’efficienza e la programmazione capillare e compiaciuta che hanno sempre distinto l’organizzazione di questi Giochi. Il Centro per i diritti umani e la democrazia parla della preoccupazione per “problemi di sicurezza” in Tibet.
Dopo le proteste del 14 marzo e la repressione in Tibet sono cresciuti i problemi per la sicurezza, ma sin dal 19 marzo il Bocog ha affermato che nessun problema avrebbe fatto modificare il previsto percorso della torcia. La regione è ancora chiusa ai giornalisti esteri.
In previsione della tappa della torcia in Tibet, ora rinviata, circa 50 tibetani partecipanti alla “Marcia di ritorno” hanno previsto di arrivare per domani a Dharcula, ultima città indiana prima del Tibet. La Cina ha schierato maggiori truppe lungo il confine con l’ordine di sparare contro chi cerchi di passarlo. La Marcia vuole attirare l’attenzione sulla repressione in atto contro i tibetani. Il 14 giugno i marciatori sono stati ricevuti a palazzo dal re di Askote, Rajwar Sahib Bham Raj Singh Pal (nella foto), che ha ricordato come “nel 1959 gli esuli tibetani, fuggendo dalle violenze cinesi, sono venuti qui e hanno trovato riparo. E’ ora un onore ospitare questo gruppo di tibetani che tornano a casa. Il popolo tibetano prevarrà sull’oppressione”.
In Cina è comunque altissima l'attesa per le Olimpiadi: i onore dei Giochi, oltre 4mila bambini cinesi sono stati chiamati Aoyun, che significa Giochi Olimpici.