Rimpatri, torture, uccisioni: il dramma degli afghani sulla rotta turco-iraniana
La denuncia contenuta in un rapporto pubblicato oggi da Amnesty International. Decine di persone morte o ferite per colpi di arma da fuoco. Nel mirino anche donne e bambini. Casi documentati di persone inermi giustiziate con un colpo alla schiena mentre cercavano di scavalcare i muri di confine.
Istanbul (AsiaNews) - Rimpatri forzati; detenzioni arbitrarie; proiettili contro civili innocenti durante l’attraversamento delle frontiere: il rapporto pubblicato oggi dagli attivisti di Amnesty International (AI) conferma quanto già emerso nelle scorse settimane in merito agli abusi e alle violenze subite dai rifugiati afghani in Iran e Turchia, due Paesi sulla rotta percorsa da decine di migliaia di disperati in fuga dai talebani. Le forze di sicurezza di Teheran e Ankara, spiega il rapporto, hanno “ripetutamente cacciato illegalmente e con la forza gli afghani che tentavano di attraversare i confini, facendo fuoco senza alcuna giustificazione su uomini, donne e bambini”.
L’inchiesta è frutto di interviste, colloqui e testimonianze raccolti nel marzo scorso in Afghanistan da almeno 74 persone che avevano tentato la fuga e sono state respinte a forza alla frontiera. Di questi, almeno 48 dicono di essere stati bersaglio di colpi di proiettile nel tentativo di attraversare i confini con Iran e Turchia. Le forze della Repubblica islamica “hanno ferito o ucciso decine” di persone, aprendo il fuoco su veicoli “sovraccarichi” di migranti. Al tempo stesso le guardie di frontiera turche hanno usato “proiettili veri” per disincentivare l’attraversamento dei confini, come sottolinea la ricercatrice di AI Marie Forestier, fra le curatrici del rapporto.
L’ong internazionale ha raccolto le denunce dei familiari di sei uomini e di un ragazzo di soli 16 anni, uccisi dagli iraniani fra aprile 2021 e gennaio 2022. Almeno 11 gli omicidi accertati senza alcun motivo e in spregio a tutti i diritti umani. Vi sono casi di rifugiati uccisi con colpi di proiettile alla schiena mentre, inermi, cercavano di scavalcare i muri, scivolare sotto le recinzioni o anche solo camminare a piedi.
E ancora, molti di quelli che hanno superato i confini fra i due Paesi sono poi vittime di torture e detenzioni arbitrarie in Turchia, per poi essere rispediti a forza in Afghanistan. “Chiediamo alle autorità turche e iraniane - conclude il rapporto di Amnesty International - di porre immediatamente fine a tutte le espulsioni e i rinvii illegali, e di garantire un passaggio sicuro e l’accesso alle procedure di asilo” agli afghani in cerca di protezione. A questo si deve affiancare il sostegno economico e finanziario della comunità internazionale ai Paesi che accolgono i profughi, come la stessa Turchia o l’Iran.
Il tema dei rifugiati afghani, che percorrono una tratta non priva di rischi attraverso l’Iran e la Turchia nel tentativo di raggiungere l’Europa, gli Stati Uniti o l’Australia, è ancora oggi a un anno dall’ascesa dei talebani a Kabul fonte di profonda preoccupazione. In questi mesi sono emersi numerosi casi di abusi e decessi, come quella della migrante morta assiderata nel tentativo di varcare il confine turco. Una fonte di AsiaNews aveva raccontato che “molte persone” sono morte lungo la frontiera nel “disperato tentativo” di ricominciare una nuova vita lontano dagli studenti coranici che hanno già imposto numerose norme ispirate alla sharia, la legge islamica.