Rimandata dopo 4 minuti la seconda seduta del processo contro l’assassino di mons. Padovese
Murat Altun dice di essere malato e costringe il giudice a sospendere la seduta avvenuta ieri a Iskenderun. La prossima si terrà il 22 febbraio 2012. Fonti di AsiaNews sospettano una tattica per chiedere una nuova perizia mentale sull’assassino, giudicato sano di mente e quindi processabile. I cattolici turchi attendono dal Vaticano la nomina di un nuovo vescovo per sostituire il vuoto lasciato da mons. Padovese.
Iskenderun (AsiaNews) – E’ durata circa quattro minuti la seconda seduta del processo contro Murat Altun, assassino di mons. Luigi Padovese, che si è tenuta ieri a Iskenderun. Fonti di AsiaNews, raccontano che l’imputato è entrato con 20 minuti di ritardo. Come già accaduto il 5 ottobre, alla domanda del procuratore “vuoi dire qualcosa?” Murat ha risposto dicendo di non sentirsi bene. Il suo avvocato ha chiesto alla corte di sospendere la seduta. La prossima si terrà il 22 febbraio 2012.
Mons. Luigi Padovese, cappuccino, è stato sgozzato il 3 giugno 2010 dal suo autista, Murat Altum, allora 26enne. Arrestato dalla polizia l’assassino aveva espresso diversi motivi per il suo gesto: inimicizia “islamica”; rapporto morboso e omosessuale; follia.
Secondo uno schema applicato anche nel caso di p. Andrea Santoro (ucciso nel 2006 a Trabzon), dopo l’uccisione, alcuni dottori hanno provveduto un certificato di insanità mentale per Altun che rischiava di non essere nemmeno processato e liberato. Ma lo scorso giugno una commissione di medici di Istanbul, a cui era giunta tutta la documentazione su Altun, ha stabilito che egli è sano di mente e perciò può essere processato.
“La difesa sta tentando di tutto per farsi concedere una nuova perizia medica – afferma una fonte – tutto questo è una presa in giro nei confronti dei familiari di mons. Padovese e della Chiesa turca. All’ingiustizia si aggiunge il mutismo del governo italiano e della Santa Sede”.
Per la fonte ciò che più rattrista la comunità cattolica di Iskenderun, oltre al protrarsi del processo, è l’assenza di un vescovo. “A un anno e mezzo dall’uccisione di mons. Padovese – spiega – nessun prelato ha preso il suo posto, la Santa Sede non ha ancora nominato o indicato nessuno. Tuttavia, la popolazione ha pazienza e attende speranzosa”. (S.C.)
Mons. Luigi Padovese, cappuccino, è stato sgozzato il 3 giugno 2010 dal suo autista, Murat Altum, allora 26enne. Arrestato dalla polizia l’assassino aveva espresso diversi motivi per il suo gesto: inimicizia “islamica”; rapporto morboso e omosessuale; follia.
Secondo uno schema applicato anche nel caso di p. Andrea Santoro (ucciso nel 2006 a Trabzon), dopo l’uccisione, alcuni dottori hanno provveduto un certificato di insanità mentale per Altun che rischiava di non essere nemmeno processato e liberato. Ma lo scorso giugno una commissione di medici di Istanbul, a cui era giunta tutta la documentazione su Altun, ha stabilito che egli è sano di mente e perciò può essere processato.
“La difesa sta tentando di tutto per farsi concedere una nuova perizia medica – afferma una fonte – tutto questo è una presa in giro nei confronti dei familiari di mons. Padovese e della Chiesa turca. All’ingiustizia si aggiunge il mutismo del governo italiano e della Santa Sede”.
Per la fonte ciò che più rattrista la comunità cattolica di Iskenderun, oltre al protrarsi del processo, è l’assenza di un vescovo. “A un anno e mezzo dall’uccisione di mons. Padovese – spiega – nessun prelato ha preso il suo posto, la Santa Sede non ha ancora nominato o indicato nessuno. Tuttavia, la popolazione ha pazienza e attende speranzosa”. (S.C.)
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