Rilasciata un’attivista per i diritti, molti altri ancora in carcere
Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – E’ stata rilasciata il 2 giugno l’attivista Mutahar Tadjibaeva, arrestata il 7 ottobre 2005 per avere accusato il governo di avere sparato contro dimostranti disarmati ad Andijan nel 2005.
La Tadjibaeva, che ha anche aiutato molta gente a chiedere giustizia, è stata condannata il 6 marzo 2006 a 8 anni per vari reati quali estorsione, inquinamento ambientale, evasione fiscale e partecipazione a organizzazione illegale, in un processo che Human Rights Watch (Hrw) afferma violare ogni diritto di difesa: non ha nemmeno potuto preparare una adeguata difesa, né controinterrogare molti testi chiave. E’ stata ora rilasciata “sulla parola” per ragioni mediche: le è stato diagnosticato un tumore e il 18 marzo è stata sottoposta a un intervento chirurgico nell’Ospedale Oncologico di Tashkent.
Dopo il rilascio ha definito le carceri uzbeke come “isole di tortura” e denunciato maltrattamenti. Ha detto che il rilascio dipende dalla pressione internazionale: di fatto coincide con la visita del sottosegretario di Stato Usa Richard Boucher, che si è incontrato con il presidente Islam Karimov per riprendere rapporti più stretti, dopo anni di gelo per il massacro di Andijan.
Nel maggio 2005 l’esercito ha stroncato pacifiche proteste di piazza sparando sulla folla e uccidendo centinaia di persone. Il numero preciso è ignoto, anche perché Tashkent ha sempre rifiutato un’indagine internazionale. Da allora le autorità hanno perseguitato ogni voce critica per la vicenda e persino arrestato e minacciato molti testimoni oculari.
Dal gennaio 2008 il governo ha rilasciato 7 attivisti per i diritti, alcuni dopo avere sottoscritto un impegno a cessare simile attività.
Ma Holly Cartner, direttrice di Hrw per Europa e Asia centrale, denuncia che in Uzbekistan sono in prigione per ragioni politiche almeno altri 11 attivisti e che “è orribile il trattamento nelle carceri degli attivisti per i diritti umani. La comunità internazionale deve insistere per il rilascio di tutti i difensori dei diritti e perché possano operare con libertà”.
06/03/2008