Rifugiato in Canada Lu Yuyu, dissidente incarcerato per i racconti delle proteste
Originario dello Yunnan, con la fidanzata Li Tingyu aveva dato vita al blog "Not News" che aveva documentato 30mila manifestazioni. Finito nel mirino delle autorità ha scontato quattro anni di carcere, subendo anche maltrattamenti. La soddisfazione di Reporter senza frontiere che ha tenuto viva l'attenzione su di lui.
Pechino (AsiaNews) - Lu Yuyu, giornalista cinese che ha documentato per anni le proteste sindacali contro il governo, è riuscito a raggiungere il Canada come aveva già fatto la sua ragazza, Li Tingyu, che con lui ha condiviso le stesse attività. In Cina Lu Yuyu è stato in carcere fino al 2020: nel 2017, dopo circa un anno di detenzione, era stato accusato da un tribunale dello Yunnan di “aver fomentato disordini”; il processo era iniziato il 23 giugno 2017 e si era concluso con una condanna a quattro anni. Durante la detenzione gli sono state negate le cure mediche e i colloqui con i propri avvocati.
Lu Yuyu e Li Tingyu avevano fondato nel 2012 il blog “Not News”, dove per anni hanno pubblicato informazioni su decine di migliaia di scioperi e proteste in tutta la Cina. Erano stati arrestati entrambi nel 2016 a Dali, nella provincia meridionale dello Yunnan; ma mentre Li Tingyu era stata poi rilasciata su cauzione, Lu Yuyu era stato fin da subito vittima di maltrattamenti, al punto che i suoi legali hanno presentato una denuncia per tortura.
Lu aveva riferito di non riuscire a dormire a causa delle luci intense del centro di detenzione, ma quando aveva provato a coprirsi gli occhi con una coperta, le guardie carcerarie gliel’hanno impedito e l’hanno picchiato. Quando poi le autorità cinesi gli hanno vietato di vedere un medico, il “citizen journalist” ha iniziato uno sciopero della fame in segno di protesta.
L’organizzazione Reporter senza frontiere (RSF) ha a lungo difeso il giornalista chiedendone la scarcerazione immediata al regime comunista di Pechino. "Privando Lu Yuyu dell'assistenza medica di cui ha bisogno, le autorità cinesi stanno calpestando il loro stesso codice di procedura penale, che garantisce espressamente i diritti medici dei detenuti nell'articolo 265", aveva commentato Cédric Alviani, capo dell'ufficio per l'Asia orientale di RSF. Nel 2016 entrambi erano stati premiati dall'organizzazione per il loro lavoro di denuncia, che si basava soprattutto sulla raccolta di informazioni attraverso le piattaforme online.
Lu Yuyu, lavoratore migrante originario della provincia di Guizhou, era già stato detenuto per un breve periodo a giugno 2012 dopo aver manifestato in pubblico. L’idea del blog “Not News” era nata proprio in seguito a quella esperienza. La censura cinese ha spesso cancellato i dati da loro pubblicati, che il governo ritiene “sensibili”, soprattutto dopo che il settore manifatturiero è stato duramente colpito a causa del rallentamento economico nazionale. Nel 2015 erano state documentate quasi 30mila manifestazioni, legate ad espropri di terre e scioperi. Prima del loro arresto le autorità avevano minacciato Lu e Li in numerose occasioni, costringendoli anche a cambiare residenza.