06/02/2017, 08.44
CINA
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Richard Madsen: La Cina è un Paese religioso. L’85% ha una qualche credenza – Quarta parte

La gente è spinta a credere dall’insicurezza sociale e politica. Molti membri del Partito comunista vivono in segreto la fede, anche se è loro vietato. Il governo enfatizza la stabilità proprio perché invece c’è una potenziale instabilità e la gente è molto preoccupata. Le considerazioni del prof. Madsen, sociologo delle religioni dell’università di San Diego.

San Diego (AsiaNews) – In Cina, l’85% della popolazione ha una qualche credenza nel soprannaturale. Lestatistiche ufficiali parlano solo di 100 milioni di credenti. La spinta a credere in un “oltre” viene dalla vecchiaia, ma anche dall’insicurezza economica e sociale. Perfino la lotta alla corruzione di Xi Jinping spinge la gente ad affidarsi a qualche potere soprannaturale. Per questo il Partito ha messo regole ferree di divieto per i suoi quadri a praticare qualunque religione, anche da pensionati. Ma inutilmente. Queste interessanti considerazioni sono frutto del lavoro del prof. Richard Madsen, sociologo delle religioni dell’università di S. Diego (California), impegnato in una collaborazione con l’università Fudan di Shanghai e col Centro “Cina del 21mo secolo” di San Diego. Lo scorso luglio, il prof. Madsen ha partecipato a un convegno tenutosi negli Stati Uniti a San Diego sulla situazione religiosa in Cina e sulle prospettive di libertà e di impegno delle religioni nel Paese. In seguito egli ha avuto una conversazione con il vice-direttore del Centro, il prof. Samuel Tsoi, che l’università ha pubblicato come podcast (http://china.ucsd.edu/media-center/podcast.html). AsiaNews sta pubblicando a puntate la conversazione fra il prof. Madsen e Samuel Tsoi. Questa è la quarta parte. Traduzione ed editing a cura di AsiaNews.

 

Prof. Madsen, grazie per aver fatto un quadro ampio sui vari aspetti e scene della cristianità. Dal ruolo dei pentecostali, che enfatizzano la predicazione, l’evangelizzazione, molti di questi cristiani stanno assumendo ruoli diversi, con diverse entità per poter continuare a professare la loro fede. Ora ho una domanda su… specialmente nel contesto urbano molti di questi cristiani stanno diventando molto più sofisticati e lavorano sulle loro tradizioni intellettuali di cristianesimo, pensando a come la teologia cristiana si integri con il loro patrimonio culturale cinese e i problemi che loro vedono nella società, specie in questo momento di rapido cambiamento del mondo cinese. Allo stesso tempo i membri del Pcc sono ufficialmente atei... Ci sono altri esempi di come i cristiani delle comunità urbane si stiano in qualche modo infiltrando nel Partito comunista in modo non ufficiale o qualche studio su come i leader riescano o no a bloccare l’andare dei loro membri verso il cristianesimo o altra religione?

Beh, da quello che so, non ci sono degli studi. In ogni caso, all’inizio di quest’anno [2016] il Partito comunista cinese ha emesso nuove normative per i membri del Partito enfatizzando che essi non hanno il permesso di praticare la religione quindi c’è stata una sorta di repressione. La leadership del Partito ha emesso normative molto esplicite e questo è un fenomeno che sta andando avanti. Una cosa che ho notato è che spesso quando alcuni membri del Partito vanno in pensione, la gente inizia a invecchiare, a pensare alle ultime cose, alla morte e allora vedi persone che si avvicinano a varie forme di fede e iniziano a praticare qualche religione. Io avevo un amico che era nell’élite del Pcc e il padre era un famoso generale del partito, un rivoluzionario insieme anche alla moglie. Quando il padre è morto dieci anni fa, la madre andava al tempio tutti i giorni a pregare per lui. Questa è una cosa umana, una cosa che l’ideologia del Partito non fornisce: quando qualcuno muore, si piange e si cerca consolazione. Sono sicuro che questo tipo di cose accadano in tutto il Paese, e quindi i membri del Partito possono anche essere atei, ma possono sentire nel profondo del loro cuore un interesse per ciò che vi è “oltre” ... E infatti il fenomeno interessante - e non c’era bisogno di essere cristiani per questo – è che la gente crede in tanti aspetti misteriosi e soprannaturali. C’è una grande personalità portata in tribunale per corruzione, Zhou Yongkang. Ebbene una delle accuse verso di lui è quella di essersi consultato con un famoso indovino, Xin Jiang, e questo per capire come questo riferimento “spirituale” sia una cosa brutta per la leadership.

In Cina perfino l’élite più alta ha a cuore la fede, e cerca di comprendere e dominare il fato e la fortuna. Il governo enfatizza la stabilità proprio perché invece c’è una potenziale instabilità e la gente è molto preoccupata. Anche i funzionari del Partito e altri sono preoccupati di essere in qualche modo accusati di corruzione, dimessi dal loro ufficio. Tutto sembra arbitrario: per questo le persone si lanciano ad avere fede, cercando di conoscere e assicurare il proprio futuro/destino. Anche nel business è così: oggi guadagni tanto, domani perdi, e allora occorre trovare la via per ridurre l’ansia e l’insicurezza, cercando qualche significato nella vita.

 Un sondaggio della Pew Research Centre ha mostrato che oggi, in Cina, almeno due terzi delle persone sono atei, la più alta percentuale (per Paese) di atei nel mondo. Ma un altro sondaggio della fondazione Yan Fan Gan dice che se si contano le religioni e le persone impegnate in riti religiosi, che pregano per malati o morti, che fanno indagini sulla fortuna, o credono nei fantasmi, … insomma tutti quelli che hanno una sensibilità religiosa, rappresentano l’85% della popolazione cinese. Naturalmente in questa percentuale vi sono anche le religioni ufficiali, la Chiesa ufficiale, ma queste sono una piccola parte. L’85% è più o meno la stessa percentuale di coloro che in America dicono di credere in Dio. La religione è pervasiva anche se non prende delle forme istituzionali.

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