Revocato il passaporto all'ex premier Thaksin
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Giro di vite della giunta militare contro l’ex premier Thaksin Shinawatra rovesciato quattro mesi fa con un colpo di Stato: revocato il passaporto diplomatico e "chiesto" alle radio di non riferire le sue dichiarazioni.
Ieri il generale Winai Phatthiyakul, segretario generale della giunta, ha incontrato i dirigenti di radio e televisione per “richiedere collaborazione” nel non riportare le dichiarazioni che il leader in esilio diffonde tramite il suo legale di Bangkok, Noppadon Patama. I media, ha detto, “debbono avere estrema cautela quando diffondono servizi che riguardano Thaksin”. “Questi non deve poter creare confusione dando luogo a una guerra mediatica” con la giunta. I media sono stati anche ammoniti a non dare troppa attenzione al Thai Rak Thai, il partito politico fondato da Thaksin.
Il portavoce della giunta, col. Sunsern Kaewkamnerd, ha spiegato che la giunta “può ricevere le critiche del pubblico, ma non di personalità del deposto governo che hanno abusato del potere”.
E’ stato anche rammentato ai media che il Paese è ancora sotto legge marziale e che uno dei primi ordini emanati dopo il colpo di Stato consente alla giunta di chiudere i media che non collaborano.
Analisti osservano che i militari, prendendo il potere, avevano promesso di togliere al più presto la censura imposta ai media subito dopo il golpe.
Nel frattempo Songphol Sukchan, portavoce del ministro degli Esteri, ha comunicato la revoca del passaporto diplomatico di Thaksin e della moglie, per gravi ragioni di sicurezza conseguenti alle bombe in Bangkok che il 31 dicembre hanno ucciso tre persone e ne hanno ferito decine. “La revoca è già in atto ed è stata notificata a Thaksin”, ha aggiunto, ma la coppia può chiedere un passaporto normale.
Per l’attentato la giunta accusa gruppi fedeli a Thaksin, ma l’ex premier, tramite il legale Noppadol, nega ogni coinvolgimento.
Secondo esperti queste misure, giungendo in un momento di calo della fiducia verso il governo ad interim, possono causare ulteriore allarme, sia nella Nazione che all’estero. Al momento del golpe l’ex premier era a New York e non è poi tornato in patria. L’imprenditore miliardario da allora è vissuto in esilio tra Londra, Pechino, Hong Kong e Bali.
Ieri in una conferenza stampa, Noppadon ha dichiarato che Thaksin, incontrandolo a Honkg Kong, gli ha detto che non ha intenzione di ritornare in politica. “Thaksin – ha detto – vuole che questo sia un anno di riconciliazione. Non farà nulla, né sosterrà alcun gruppo, contro la stabilità del governo. Dice che non vuole più essere primo ministro. Nemmeno parteciperà alle prossime elezioni”.
Sempre ieri a Bangkok una commissione anti corruzione ha interrogato il figlio di Thaksin, Panthongtae Shinawatra, circa la vendita di azioni della Shin Corporation, il colosso del settore telefonico di proprietà del padre.
La famiglia Thaksin ha venduto il 49% delle azioni della Shin alla Temasek per 1,9 miliardi di dollari nel gennaio 2005 beneficiando di un’esenzione fiscale. Da questo sono nati mesi di proteste di piazza e un’accusa di corruzione e abuso di potere.