Revocata la licenza all’avvocato Pu Zhiqiang, non potrà più entrare in tribunale
Il legale è stato condannato a tre anni di reclusione per “aver postato online messaggi sovversivi”. Dietro la condanna c’è il suo lungo operato a favore dei diritti umani. Avvocato di Hong Kong: “Revocargli la licenza è un avvertimento a tutti gli altri, ma non funzionerà: i giovani vogliono seguire la sua strada”.
Pechino (AsiaNews) – Le autorità statali cinesi hanno revocato la licenza all’avvocato Pu Zhiqiang, condannato nel dicembre 2015 a tre anni di reclusione “per aver postato online dei messaggi sovversivi”. Lo comunicano i suoi legali: la pena nei confronti di Pu è infatti sospesa, ma egli è comunque sotto stretta sorveglianza da parte delle autorità. L’amico e difensore Shang Baojun dice: “Era soltanto questione di tempo. Eravamo preparati ma è comunque un colpo duro”.
Pu potrà comunque assumere un ruolo amministrativo nello studio legale da lui fondato. Egli è l’ultima personalità della dissidenza (in ordine di tempo) a subire condanna e carcerazione per il suo impegno a favore dei diritti umani. Secondo il Chinese Human Rights Defender (Chrd), il verdetto dei giudici “dimostra quale sia il concetto di ‘stato di diritto’ in Cina”.
Gli amici e compagni di lotta di Pu ritengono che i messaggi online siano soltanto “una delle cause” che hanno portato alla persecuzione dell’avvocato. Nei suoi scritti, egli ha definito il Partito comunista cinese “un’entità di cui non ci si può fidare” e ha preso in giro l’eccessiva retorica nazionalista delle autorità riguardo le isole Senkaku/Diaoyu, contese con il Giappone. Ma il vero obiettivo è la sua carriera, iniziata subito dopo i moti di Tiananmen: Pu ha infatti difeso in tribunale diversi dissidenti e attivisti per i diritti umani.
Il legale si è laureato all’Università delle Scienze politiche e del diritto di Pechino. Nel 1989 ha preso parte al movimento di piazza Tiananmen, ed è stato uno dei 13 studenti a iniziare lo sciopero della fame per protestare contro la corruzione de governo. Negli ultimi 25 anni ha sempre ricordato il massacro del 4 giugno, e ogni anniversario si è recato nella piazza centrale di Pechino per commemorare i defunti. Nel 2008 è stato fra i primi a firmare Carta ’08, il documento pro-democrazia stilato da Liu Xiaobo, che ha garantito a quest’ultimo il Nobel per la Pace e una condanna a 14 anni di carcere.
Albert Ho, avvocato per i diritti umani di Hong Kong, commenta: “Non è il primo a perdere la licenza, è un modo con il quale le autorità mandano avvertimenti agli altri legali per cercare di congelare la professione legale. Ma la strategia non mi sembra funzionante, perché vedo moltissimi giovani avvocati che sempre più spesso si impegnano a favore dei diritti umani in Cina”.