Respinta l’ultima richiesta dei tre condannati per l’attentato di Bali
Jakarta (AsiaNews) – La pena di morte verrà eseguita per fucilazione e non per decapitazione. È l’ultimo capitolo della vicenda giudiziaria dei tre attentatori che nell’ottobre del 2002 uccisero 202 persone a Bali. La Corte costituzionale indonesiana, il Mahkamah Konstitusi, ha respinto in maniera definitiva la richiesta degli avvocati di uno dei tre accusati, Amrozi bin H. Nurhasyim (nella foto insieme ai suoi legali). Il Tim Pengacara Muslim (Tpm) che assiste l’accusato aveva riproposto la richiesta di decapitazione perché più consona alla legge islamica e meno straziante dell’agonia che segue la fucilazione.
La legge indonesiana prevede che le fucilazioni siano eseguite da un plotone di poliziotti scelti conosciuto con il nome di Brimob. Dei dodici componenti della brigata d'elite, sei hanno l’arma caricata a salve. Il condannato può scegliere di rimanere in piedi o seduto, bendato, con il volto coperto o scoperto.
Il Mahkamah Konstitusi ha ribadito la legittimità del metodo di esecuzione e così rigettato l’ultimo tentativo di revisione della sentenza. L’ultimo ricorso presentato dagli attentatori era stato respinto nel settembre 2007 e da allora si attende l’esecuzione. La data prevista per la fucilazione dovrebbe essere annunciata dal Procuratore generale entro venerdì 24 ottobre
La vicenda giudiziaria di Amrozi, Imam Samudra e Ali Gufron si protrae dal 2003, da quando cioè sono stati condannati a morte dalla Corte del distretto di Denpasar. Le rivendicazioni islamiche dei tre attentatori e la campagna mediatica svolta dai legali del Tpm hanno trascinato sino ad oggi la vicenda. La notizia diffusa nei giorni scorsi, secondo la quale i condannati sono stati sottoposti alle visite mediche preliminari all’esecuzione, fa presupporre che questa sia ormai imminente.