14/05/2024, 08.45
KIRGHIZISTAN
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Religiosi musulmani contro la sessuologa: la diatriba di TikTok a Bishkek

di Vladimir Rozanskij

La condanna del Muftiat contro le dichiarazioni di Ajnura Sagynbaeva sui rapporti sessuali fuori dal matrimonio: “un’aperta distorsione dei precetti dell’islam” che contraddice "i valori morali dell’intera società kirghisa". Ma c'è chi sostiene che lasciandosi trascinare nella polemica mediatica rischiano di produrre l’effetto opposto, regalandole solo una grande pubblicità.

Bishkek (AsiaNews) - È esplosa una diatriba in Kirghizistan tra l’Amministrazione religiosa dei musulmani e la blogger, psicologa e sessuologa Ajnura Sagynbaeva, che ha coinvolto tutta l’opinione pubblica del Paese. La blogger ha caricato un video su TikTok in cui afferma che i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio non costituiscono un peccato neanche dal punto di vista religioso, e i dirigenti del Muftiat hanno dichiarato che le sue opinioni in materia sono “un’aperta distorsione dei precetti dell’islam” e contraddicono i valori morali dell’intera società kirghisa, rovinando soprattutto l’orientamento della gioventù. I capi musulmani hanno minacciato di denunciare alla polizia l’autrice del post sul sesso.

La Sagynbaeva – che definisce sé stessa anche come cosmetologa, oltre che sessuologa - intendeva mostrare nel video come i giovani di oggi, ragazzi e ragazze, vivono la propria relazione con la sessualità. Secondo le sue osservazioni, “per i maschi la mancanza di relazioni sessuali è dannosa per la salute, quindi non credete a quello che vi dicono, il sesso fuori dal matrimonio non è un peccato…”. Ai ragazzi dice: “se non vi fate avanti con le donne i vostri muscoli funzioneranno male e i vasi si comprimono, poi non venite da me se avete problemi”. Raccomandando infine il preservativo, “così non è peccato neanche per la religione”, perché “quello che conta è restare uomini”.

Molti utenti di internet sono rimasti scioccati da queste affermazioni, e hanno chiesto ai muftì di chiarire la questione. Nonostante in Kirghizistan non sia definita nessuna religione come culto ufficiale dello Stato, mantenendo il regime di separazione tra Stato e comunità religiose, l’Amministrazione musulmana si è sentita in dovere di esprimere un parere autorevole con il sostegno delle autorità civili, comunicando che “se questa cittadina non smetterà di esprimere le proprie opinioni soggettive che non corrispondono ai principi della Sharia e ai valori nazionali, noi saremo costretti a rivolgerci agli organi corrispondenti dello Stato”.

La sessuologa ha quindi cancellato il suo video dal social network, scrivendo però di averlo fatto solo per le ammonizioni del Muftiat. Il suo ruolo di consulente-influencer la mette comunque in relazione con centinaia di migliaia dei suoi follower, che le pongono in continuazione domande su tematiche simili, rendendo le sue pagine tra le più frequentate in lingua kirghisa su argomenti che riguardano la sessualità. Ajnura ha poi aggiunto che non intendeva sconfinare nel campo religioso: “Con la coscienza delle persone credenti bisogna andarci molto piano, sono sentimenti molto delicati e non avrei dovuto usare la parola peccato”.

Secondo le sue competenze, ella insiste di voler aiutare a chiarire le questioni mediche e psicologiche, e alcuni dei suoi interlocutori in rete spesso finiscono per “diventare troppo espliciti”. Secondo l’avvocato e attivista Eržan Sulayman, alcune espressioni di Sagynbaeva possono anche essere ritenute discriminatorie, come l’invito a “farsi avanti con le donne” e la descrizione del sesso come “necessità per la salute maschile”, ma la reazione del Muftiat a suo parere è stata eccessiva, non essendoci elementi per rivolgersi ai tribunali o alle forze dell’ordine. I capi musulmani per lui “avrebbero fatto meglio a illustrare con pacatezza e in modo efficace i principi della morale islamica in materia di rapporti extra-matrimoniali, evitando di fare nomi e di farsi trascinare in una polemica mediatica che rischia di produrre l’effetto opposto, regalando alla sessuologa una grande pubblicità gratuita”. Altri commentatori difendono comunque la libertà di espressione in Kirghizistan, un tema molto discusso ben oltre le questioni etiche e religiose.

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