Religioni unite dall'ecologia contro il Progetto dei quattro fiumi
di Theresa Kim Hwa-young
Cattolici, protestanti e buddisti stanno cooperando per fermare il progetto – fortemente sostenuto dal governo di Seoul – che prevede la distruzione degli ecosistemi dei maggiori corsi d’acqua del Paese. Messe, manifestazioni e veglie di preghiera, però, “sono di natura esclusivamente religiosa”.
Seoul (AsiaNews) – La campagna contro il “Progetto di recupero dei quattro grandi fiumi” del governo di Lee Myung-bak si è propagata con velocità in tutto il mondo religioso: cattolici, protestanti, buddisti tradizionali e won si sono uniti per fermarlo. Secondo gi analisti, questa inconsueta unione nasce grazie al concetto stesso di religione: un’idea che promuove la vita e trascende i valori materiali. D’altra parte, i movimenti a favore dell’ambiente di stampo religioso si sono moltiplicati sin dagli inizi degli anni Novanta.
I primi esempi di cooperazione si sono avuti nel corso di manifestazioni contro il Progetto, cui hanno partecipato la Conferenza episcopale coreana, il Consiglio nazionale delle chiese di Corea e circa 100 personalità del buddismo e dell’Ordine Jogye. Dalle prime proteste pubbliche, l’unione religiosa ha organizzato messe pubbliche, riti interreligiosi e cerimonie di purificazione. Nel corso di una messa nella cattedrale di Myeongdong, a Seoul, circa 2 mila fra sacerdoti e fedeli hanno chiesto insieme di fermare il Progetto.
Il Progetto, fortemente sostenuto dalla Casa Blu di Seoul, prevede una serie di iniziative e di scavi nei pressi dei quattro corsi d’acqua del Paese. Uno di questi, il Grande Canale, è stato già sconfessato nel 2008 dalla diocesi di Incheon. Il Canale prevede la creazione di una “autostrada acquatica” per unire Seoul a Busan: in pratica, si tratta di uno scavo pari a 540 chilometri che metta in comunicazione i fiumi Han e Nankdong.
Secondo i critici, il piano mette a rischio le risorse di acqua potabile e l’equilibrio ecologico del Paese. Per il nuovo governo, invece, rappresenta un’occasione “unica” per liberare le autostrade dal trasporto merci e per rinnovare il mercato del turismo. In ogni caso, l’esecutivo ha stanziato circa 13 miliardi di euro per il programma. Per gli oppositori, si tratta di “denaro sprecato”.
Nei pressi di uno dei fiumi coinvolti, nella contea di Yangpyeong, sacedoti e fedeli si sono riuniti per una veglia di preghiera lunga una notte: il governo ha risposto spiegando migliaia di poliziotti in assetto anti-sommossa. Nelle chiese della capitale, ogni giorno, i fedeli offrono preghiere per “salvare i fiumi della vita”: alle celebrazioni partecipano adolescenti e anziani.
Il Segretario generale del Movimento cristiano per lo sviluppo e l’integrità della Creazione, il reverendo Yang Jae-seong, ritiene che il fenomeno sia legato “al fatto che la religione ha il compito di preservare e salvare la vita. I movimenti religiosi non possono più rimanere fermi a guardare la distruzione dell’ambiente e questa dannosa corsa allo sviluppo forzato dei quattro fiumi”.
Maeng Joo-hyung, capo del Dipartimento per l’educazione della Commissione pastorale per lo sviluppo dell’arcidiocesi di Seoul, aggiunge: “I sacerdoti che portano avanti la campagna contro il Progetto sono molto lontani dall’aspetto ‘movimentista’ della questione, così come il fervore dei fedeli e i 300mila che hanno firmato contro il piano. Queste attività devono essere interpretate per quello che sono: espressione religiosa di amore per il Creato”.
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