Rebiya Kadeer: “Continuo a lavorare per il mio popolo”
Chicago (AsiaNews/Agenzie) – Rebyia Kadeer, la donna liberata ieri dal governo di Pechino, è arrivata nella notte a Chicago. Ha rilasciato un’intervista a Radio Free Asia, nella quale dice: “Posso sorridere al mio popolo. Anche se sono qui posso continuare a lavorare per il mio popolo, per l’intera nazione Uighur”. Ha poi chiesto ai redattori della radio che trattano la zone Uighur di “salutare il mio popolo e la mia nazione per me”.
John Kamm, presidente della Fondazione Dui Hua a San Francisco, è un attivista americano che ha collaborato attivamente per il rilascio della donna. Ha dichiarato oggi che lui e i suoi contatti ufficiali hanno lavorato intensamente per 3 settimane sulle modalità di rilascio della donna.
Kamm ha detto inoltre: “Sono stato portato a credere…che i cinesi si siano mosso per il rilascio in previsione dell’arrivo della signora Rice. Mi è stato detto che volevano fare questa operazione prima che lei arrivasse”.
Rebiya Kadeer, 58 anni, è una delle più note attiviste per i diritti delle donne e per quelli della sua etnia di appartenenza, gli Uighur. L’etnia, a maggioranza mussulmana, risiede nella provincia dello Xinjiang, nord ovest della Cina, e da tempo chiede a Pechino l’indipendenza. La donna era uno dei leader della comunità, e fino al ’99 è stata un’imprenditrice di successo.
E’ stata arrestata dalla pubblica sicurezza cinese nel settembre del 1999 per “invio di materiale segreto”, e condannata ad 8 anni di carcere, poi ridotti a 7 per buona condotta. La questione della sua detenzione, definita illegale da molti gruppi per i diritti umani, era fra gli argomenti che Condoleezza Rice, il segretario del Dipartimento di Stato americano, doveva affrontare in occasione della sua visita in Cina.
Il portavoce della Casa Bianca, Scott McClellan, ha dichiarato: “Siamo contenti della notizia dell’avvenuto rilascio”.17/03/2005