10/11/2005, 00.00
INDIA
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Rapporto Usa: in India passi in avanti verso la libertà religiosa

L'annuale Rapporto sulla libertà religiosa internazionale segnala progressi nell'operato del governo. Padre Joseph Babu e John Dayal ricordano che ancora sono molti i problemi da risolvere

New Delhi (AsiaNews) - L'annuale Rapporto sulla libertà religiosa internazionale (Rlri) redatto dall'amministrazione Bush ha riconosciuto al governo di New Delhi di aver "dimostrato di impegnarsi a favore di una politica religiosa di non discriminazione sia ai più alti livelli di governo che in ogni parte della società".

Padre Joseph Babu, portavoce della Conferenza episcopale indiana, ha dichiarato ad AsiaNews che è d'accordo con "i riferimenti fatti nel rapporto dall'amministrazione americana riguardo l'India. Dopo l'avvento al potere nel 2004 di Manmohan Singh ci sono stati dei passi in avanti: è stata adottata una politica religiosa non discriminatoria nei livelli più alti dell'amministrazione, è stato abrogato il Pota (legge per la prevenzione del terrorismo) e i libri di testo discriminatori sono stati revisionati. Ciò nonostante la situazione delle minoranze non è cambiata molto. Le minoranze ed in modo particolare i cristiani e le loro istituzioni - continua padre Babu - hanno subito degli attacchi. Alcuni individui che sostengono la lotta alle minoranze devono ancora essere combattuti: solo questo può infondere sicurezza nelle menti delle minoranze indiane".

Anche John Dayal, segretario generale dell'All India Christian Council e presidente dell'All India Catholic Union, sigle che radunano milioni di cristiani e cattolici indiani, giudica in modo positivo il rapporto americano, ma esprime delle riserve. "Il governo ha fatto molto, in modo particolare nel campo dell'educazione, ma ancora di più è quello che è rimasto da fare. Bisogna organizzare commissioni per l'educazione delle minoranze, per far fronte alla situazione economica dei musulmani e il recupero del consiglio di integrazione nazionale. Chiediamo anche un riassestamento della situazione economica dei cristiani, e chiediamo che vengano assistiti e che gli siano riconosciuti libertà e diritti". "Dal punto di vista dei cristiani - continua - molti punti sono ancora da chiarire: la commissione nazionale per le minoranze rimane ostile, le leggi personali sull'adozione devono ancora essere approvate e continuano gli atti di violenza, in modo particolare negli stati governati dal Bharatiya Janata Party (Bjp).

Il Rapporto sulla libertà religiosa internazionale è stato presentato l'8 novembre dal segretario di Stato Condoleeza Ricee e trasmesso al Congresso degli Stati uniti. Nel rapporto viene elogiato il governo del primo ministro Manmohan Singh in modo particolare per il "lavoro condotto nello stato occidentale del Gujarat", governato da nazionalisti indù, "per aver arginato gli scontri fra musulmani e indù", e ha evidenziato che "gli attivisti per i diritti delle minoranze hanno rilevato che i casi di violenza nelle città sono diminuiti". Nel rapporto sono citate le insurrezioni che hanno interessato lo Stato nel 2002, quando oltre 2000 persone persero la vita in scontri urbani. Il rapporto valuta in modo positivo che il governo si sia rifiutato di "approvare il piano di controllo della criminalità organizzata del Gujarat nel giugno 2004, criticato dai gruppi musulmani che temevano sarebbe stato utilizzato in maniera selettiva contro di loro". Inoltre il governo indiano, continua il rapporto, ha sostituito la controversa legge sulla prevenzione al terrorismo, criticata da musulmani perché considerata un'arma da utilizzare contro di loro, con una legge giudicata "più garantista nei confronti delle minoranze". Inoltre "per quel che riguarda l'educazione scolastica, il governo ha sostituito libri di testo discriminatori con edizioni più moderate". Lo stesso rapporto riconosce però che "in alcuni Stati controllati dalle opposizioni rimangono ancora dei problemi".

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