Rapitori afghani pronti a trattare con l'Onu
Kabul (AsiaNews/Agenzie) Ieri i militanti afghani, che tengono in ostaggio i 3 operatori Onu, si sono detti disposti a trattare con le Nazioni Unite. Allo stesso tempo i rapitori hanno avvertito che ogni tentativo di liberare i 3 stranieri, finirebbe nel sangue. Il gruppo "Jaish-al Muslimeen" o "Esercito dei musulmani", ha ribadito le condizioni della liberazione: il ritiro del contingente Onu dall'Afghanistan e il rilascio dei detenuti a Guantanamo. Giovedì scorso, Annetta Flanigan, del nord Irlanda, il filippino Angelito Nayan e Shqipe Habibi del Kosovo, sono stati rapiti da uomini armati non identificati a Kabul, mentre viaggiavano su un mezzo dell'Onu. I 3 lavorano tutti per la commissione elettorale afghana e delle Nazioni Unite, che ha organizzato le presidenziali del 9 ottobre.
Ieri, un giorno dopo la diffusione del video in cui i 3 ostaggi chiedevano di essere liberati, il gruppo talebano ha dichiarato che gli ostaggi si trovano in luoghi differenti. Ishaq Manzoor, un portavoce dell' "Esercito dei musulmani", ha detto che questa è la strategia del gruppo, "se il governo o le forze della coalizione trovano uno dei 3, gli altri 2 verranno uccisi".
Membri del governo dichiarano di non aver avuto contatti con i rapitori. Il leader del gruppo, il mullah Sayed Mohammed Akbar Agha, ha detto ieri che un uomo d'affari afgano si è offerto come mediatore a nome dell'Onu. Agha, dal vicino Pakistan, ha aggiunto che "i rapitori hanno scelto 2 persone per incontrare l'inviato". L'incontro dovrebbe tenersi domani a Jalalabad.
Secondo Manzoor, l' "Esercito dei musulmani" aspetterebbe fino a venerdì prima di uccidere gli ostaggi. Agha ha annunciato che le richieste dei rapitori devono essere soddisfatte entro domani a mezzogiorno. Manoel de Almeida e Silva, portavoce Onu, non hanno rilasciato commenti.
23/11/2004
25/03/2020 08:49