Rapito il premier Ali Zeidan: aveva accusato il traffico di armi in Libia
Tripoli (AsiaNews/Agenzie) - Il primo ministro libico Ali Zeidan (v. foto) è stato rapito stamane all'alba da un gruppo di uomini armati, ma è stato rilasciato poche ore dopo in circostanze ancora da chiarire. Secondo diverse fonti, il gruppo è formato da ex ribelli, legati al ministero degli interni e ha rapito il premier dall'hotel Corinthia, dove egli vive. I gruppi sarebbero la Camera di operazione dei rivoluzionari libici e la Brigataper la lotta contro il crimine. I loro leader sostengono di aver aver agito per conto del procuratore generale, ma il ministero degli Interni nega qualsiasi coinvolgimenti nell'azione e sottolinea di non aver mai disposto l'arresto di Zeidan.
Non si conoscono ancora i motivi del rapimento. Due giorni fa in un'intervista televisiva Ali Zeidan si è lamentato che il suo Paese stia diventando una base molto importante per il traffico d'armi nel continente africano. Un mese fa, visitando la Gran Bretagna, egli ha chiesto aiuto a Londra per liberare la Libia dalle armi, sospettando che esse vengano contrabbandate verso la Siria.
Il rapimento avviene a pochi giorni dall'operazione di un commando di marines Usa, che ha catturato Abu Anas al-Libi, una personalità legata ad al Qaeda, e l'ha trasferito su una nave da guerra statunitense. Al-Libi è accusato di essere fra i responsabili degli attacchi alle ambasciate Usa nel 1998 in Kenya e Tanzania.
Il sequestro di Al-Libi ha fatto piovere sul governo libico molte critiche, soprattutto da parte di gruppi ex ribelli, che hanno combattuto per la caduta di Muhammar Gheddafi e che ora sono arruolati (e pagati) sotto il ministero degli Interni e della Difesa.
06/02/2017 11:33
11/11/2016 13:18