01/07/2016, 12.45
PAKISTAN
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Ramadan: la cattedrale anglicana di Lahore ospita la preghiera islamica e l’iftar (Video)

di Kamran Chaudhry

La preghiera si svolge da tre anni ed è sostenuta dal Movimento per la tolleranza (Rawadari Tehreek). Dopo cena e discorsi comuni, alcuni giovani hanno visitato l’interno della chiesa per la prima volta. I cristiani dovrebbero partecipare “alle feste di Eid, ai matrimoni musulmani e ai funerali”. Gruppi musulmani organizzano incontri interconfessionali a Natale.

Lahore (AsiaNews) – A pochi passi dall’entrata della chiesa, un gruppo di musulmani celebra la preghiera della sera. Subito dopo, insieme a cristiani e indù partecipa a un iftar, la cena che rompe il digiuno nella giornata di Ramadan. È quanto avviene a Lahore, a due passi dalla cattedrale anglicana delle Mani giunte (Church of Pakistan), dove negli ultimi tre anni, su invito del vescovo Samuel Azariah della diocesi di Raiwind, l’imam Allama Peer Shafaat Rasool guida la preghiera islamica.

“Cristiani e musulmani – spiega l’imam ad AsiaNews – vivono nella stessa nazione e devono condividere anche i luoghi di preghiera. Abbiamo bisogno di testimoniare un’armonia interconfessionale fuori dagli hotel e luoghi pubblici. Tutto ciò può davvero essere l’inizio di un movimento”. “Occorre – aggiunge – passare dalla tolleranza al mutuo rispetto. Il tempo delle discussioni accese è passato, abbiamo bisogno di dibattiti salutari. Il mondo reagisce ogni volta che qualche minoranza religiosa viene attaccata in Pakistan. È giunto il momento di mettere avanti la comune umanità”.

Alla preghiera davanti alla cattedrale hanno partecipato 16 musulmani. La chiesa è stata ricostruita dopo che nel 2008 un attentato-bomba l’aveva danneggiata. L’esplosione mirava a un ufficio del governo nelle vicinanze. Dopo la preghiera, lo scorso 29 giugno, circa 60 fra musulmani, indù e cristiani hanno partecipato all’iftar. Il raduno, sostenuto dal Movimento per la tolleranza (Rawadari Tehreek), è iniziato con la recita di alcuni versetti del Corano e della Bibbia.

Il rev. Azariah ha dato il benvenuto agli ospiti: “Per noi è una questione di orgoglio e di gioia accogliere seguaci di diverse fedi. [Per il mese di Ramadan] abbiamo preparato vari tappeti: vi invitiamo a pregare qui da noi. Molte chiese non sono pronte ad aprire le loro porte ai musulmani. Ma noi vogliamo costruire la pace”.

Altre persone, compresi alcuni politici, hanno preso la parola, sottolineando l’urgenza di essere uniti per contrastare il terrorismo. Samson Salamat, presidente della Rawadari Tehreek, ha spiegato: “Per noi le cene dell’iftar sono un segno di solidarietà e un modo per socializzare. Sono una possibilità per superare ostacoli, sedere insieme, condividere lo stesso cibo, valutare la situazione così segnata dalla violenza e impregnarsi per una continua lotta comune. Tutto ciò è molto di più di un’armonia interconfessionale”.

L’incontro e la cena si sono conclusi con una visita all’interno della cattedrale. Entrando nella chiesa, gli ospiti musulmani si sono tolti le scarpe. Alcuni giovani entusiasti si facevano ritrarre vicino all’altare; altri domandavano al pastore di spiegare loro la figura di Gesù e le differenze fra cattolici e protestanti.

Fra loro vi era Khalid Murad, uno studente universitario musulmano che per la prima volta entrava in una chiesa. “Nessuno ha cercato di fermarmi” ha detto. “Questo è il bello del cristianesimo. Ho apprezzato molto l’architettura e questo raduno è la vera fotografia del Pakistan”.

In Medio oriente si ha presente l’insegnamento del califfo Omar che a Gerusalemme non volle pregare al Santo Sepolcro per timore che in seguito qualche musulmano avrebbe rivendicato diritti sulla costruzione come “cosa dell’islam”.  Anche qui il gruppo dei musulmani ha pregato davanti all’edificio sacro, seppure all’interno del perimetro della chiesa.

P. Emmanuel Yousaf Mani, direttore di Giustizia e pace del Pakistan, sottolinea l’importanza di maggiori contatti fra musulmani e cristiani, come pure l’invito ai musulmani di pregare vicino alla chiesa. “Tutto ciò – dice ad AsiaNews - è un bene per la solidarietà. Abbiamo bisogno di aprire ed aprirci alle comunità di maggioranza. Le chiese dovrebbero promuovere questa pratica alla base e partecipare alle feste di Eid, ai matrimoni musulmani e ai funerali. I musulmani, a loro volta, hanno cominciato a organizzare programmi interconfessionali a Natale”.

“Finora in Pakistan non vi è mai stato un incidente in cui dei musulmani hanno rivendicato una chiesa dove erano stati invitati per il namaz (preghiera). È chiaro che gli organizzatori invitano solo delle persone fidate. Io stesso ho amici musulmani che spesso piombano a casa mia senza avvertirmi per l’iftar. Io ho pronto per loro il tappeto per la preghiera e mostro anche la Qibla, la direzione della Mecca”.

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