Rallenta l’inflazione cinese, sale la borsa
Inflazione del 6,2% ad agosto, dopo il 6,5% di luglio. Rallenta ma continua a correre la carne di maiale: +45,5% ad agosto dopo il +57% di luglio. Reazione cauta, ma positiva in borsa. Esperti: l’inflazione rimarrà alta, ora occorrono riforme strutturali per evitare che a pagare siano soprattutto le famiglie medie.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Inflazione “solo” al +6,2% ad agosto, dopo il 6,5% di luglio e dopo mesi di continuo aumento del costo della vita, nonostante gli sforzi del governo per contenerlo. Immediata reazione positiva della borsa cinese che segna un rialzo, spinta anche dal cauto ottimismo che ha seguito il discorso di ieri del presidente Usa Barack Obama al Senato per aumentare i posti di lavoro e tagliare le imposte.
Da mesi Pechino aumenta il costo del denaro (da ottobre la centrale Banca del popolo di Cina ha aumentato 5 volte il tasso di interesse e 9 volte le riserve monetarie obbligatorie per le banche) e consente un controllato apprezzamento dello yuan per contenere l’inflazione, che a luglio ha raggiunto il record da 3 anni. Misure che hanno contenuto i facili finanziamenti, spesso usati per pure speculazioni, ma che hanno accresciuto i costi di molte imprese piccole e medie, erodendone i già sottili margini di guadagno e portandone molte alla chiusura.
Il dato di agosto è stato accolto con favore ma con cautela dagli esperti, che ritengono “probabile” che l’inflazione rimanga alta nei prossimi mesi e con quasi certezza superiore all’obiettivo del 4% annuo fissato dal governo. Inoltre permane una grande quantità di moneta circolante che, con il calo degli investimenti produttivi, sempre più può dirigersi ad alimentare bolle speculative.
Dong Xianan, economista del Peking First Advisory, spiega che l’alleggerirsi dell’inflazione è anche conseguenza del rallentamento della domanda estera di prodotti cinesi, ma che bisogna mantenere le misure antinflattive in atto e, “nel medio termine”, introdurre cambiamenti strutturali come “le riforme fiscali”.
Ora si attende di vedere l’andamento dei prezzi alimentari, che sono la voce più importante per centinaia di milioni di famiglie e che spesso sono aumentati in modo imprevisto: ad agosto gli alimenti sono cresciuti del 13,4%, rispetto al 3% dei prodotti non alimentari. Il prezzo della carne di maiale, fondamentale per le famiglie, è aumentato del 45,5%, seppure la crescita era stata del 57% sia a luglio che a giugno. Analisti temono che il prezzo della carne di maiale e di altri alimenti-base della cucina cinese continuerà a crescere per tutto il 2011. Molti temono che il costo della crisi sia pagato anzitutto dal ceto medio: i depositi bancari danno un interesse del 3,5%, molto inferiore all’aumento del costo della vita, spingendo i piccoli e medi risparmiatori a cercare altri beni-rifugio.
Comunque il dato di agosto ha portato un immediato cauto ottimismo in borsa. Alla pausa di metà giornata, la borsa di Hong Kong era salita dello 0,2% e quella di Shanghai dello 0,1%, dati minimi ma significativi dopo le ripetute perdite delle ultime settimane e nonostante i segnali di crisi che continuano ad arrivare dall’Europa, dove ieri Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea, ha ammonito che è in atto “la peggior crisi dalla seconda guerra mondiale” e che nell’ara euro “l’incertezza è molto alta” e sulla crescita “prevalgono i rischi”, con una crescita stimata tra 1,4 e 1,8% e l’inflazione sopra il 2%.
Il dato positivo è anche alimentato dal discorso di ieri del presidente Obama al Congresso Usa, che ha annunciato un pacchetto di misure per 447 miliardi di dollari per rilanciare l’occupazione, tagliare le tasse e diminuire il debito pubblico. Ora si attende di conoscere le proposte e di vedere la reazione del Parlamento.
Da mesi Pechino aumenta il costo del denaro (da ottobre la centrale Banca del popolo di Cina ha aumentato 5 volte il tasso di interesse e 9 volte le riserve monetarie obbligatorie per le banche) e consente un controllato apprezzamento dello yuan per contenere l’inflazione, che a luglio ha raggiunto il record da 3 anni. Misure che hanno contenuto i facili finanziamenti, spesso usati per pure speculazioni, ma che hanno accresciuto i costi di molte imprese piccole e medie, erodendone i già sottili margini di guadagno e portandone molte alla chiusura.
Il dato di agosto è stato accolto con favore ma con cautela dagli esperti, che ritengono “probabile” che l’inflazione rimanga alta nei prossimi mesi e con quasi certezza superiore all’obiettivo del 4% annuo fissato dal governo. Inoltre permane una grande quantità di moneta circolante che, con il calo degli investimenti produttivi, sempre più può dirigersi ad alimentare bolle speculative.
Dong Xianan, economista del Peking First Advisory, spiega che l’alleggerirsi dell’inflazione è anche conseguenza del rallentamento della domanda estera di prodotti cinesi, ma che bisogna mantenere le misure antinflattive in atto e, “nel medio termine”, introdurre cambiamenti strutturali come “le riforme fiscali”.
Ora si attende di vedere l’andamento dei prezzi alimentari, che sono la voce più importante per centinaia di milioni di famiglie e che spesso sono aumentati in modo imprevisto: ad agosto gli alimenti sono cresciuti del 13,4%, rispetto al 3% dei prodotti non alimentari. Il prezzo della carne di maiale, fondamentale per le famiglie, è aumentato del 45,5%, seppure la crescita era stata del 57% sia a luglio che a giugno. Analisti temono che il prezzo della carne di maiale e di altri alimenti-base della cucina cinese continuerà a crescere per tutto il 2011. Molti temono che il costo della crisi sia pagato anzitutto dal ceto medio: i depositi bancari danno un interesse del 3,5%, molto inferiore all’aumento del costo della vita, spingendo i piccoli e medi risparmiatori a cercare altri beni-rifugio.
Comunque il dato di agosto ha portato un immediato cauto ottimismo in borsa. Alla pausa di metà giornata, la borsa di Hong Kong era salita dello 0,2% e quella di Shanghai dello 0,1%, dati minimi ma significativi dopo le ripetute perdite delle ultime settimane e nonostante i segnali di crisi che continuano ad arrivare dall’Europa, dove ieri Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea, ha ammonito che è in atto “la peggior crisi dalla seconda guerra mondiale” e che nell’ara euro “l’incertezza è molto alta” e sulla crescita “prevalgono i rischi”, con una crescita stimata tra 1,4 e 1,8% e l’inflazione sopra il 2%.
Il dato positivo è anche alimentato dal discorso di ieri del presidente Obama al Congresso Usa, che ha annunciato un pacchetto di misure per 447 miliardi di dollari per rilanciare l’occupazione, tagliare le tasse e diminuire il debito pubblico. Ora si attende di conoscere le proposte e di vedere la reazione del Parlamento.
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