Raid israeliano su Gaza dopo una pioggia di missili della Jihad islamica
Gerusalemme (AsiaNews) - La Jihad islamica con base a Gaza ha lanciato ieri decine di missili nel sud di Israele, colpendo zone abitate. Rivendicando l'attacco, il gruppo militante radicale si è vantato di aver lanciato "130 missili" in risposta a un attacco aereo israeliano che l'11 marzo aveva ucciso tre suoi membri.
L'esercito israeliano ha precisato ieri sera che in totale sono stati lanciani "41 missili..., cinque sono caduti su zone abitate e tre sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome".
In rappresaglia, ieri in serata, alcuni raid israeliani hanno colpito "29 siti terroristi", base delle Brigate di Al Qods e delle Brigate Ezzedine-al Qassam nel nord e nel sud della Striscia.
Entrambi si vantano di aver evitato stragi di persone. L'esercito d'Israele ha detto che "migliaia di israeliani che abitano la regione hanno dovuto nascondersi nei rifugi"; la Jihad islamica afferma che i combattenti avevano evacuato tutte le loro basi prima dei raid.
In effetti, dalle prime informazioni non sembra che vi siano vittime dalle due parti. Hamas e Israele si accusano a vicenda di aver violato una tregua decisa nel novembre 2012.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso di "continuare a colpire coloro che vogliono farci del male". Avigdor Lieberman, ministro degli esteri, ha detto che Israele non ha altra scelta che rioccupare Gaza.
Israele ha occupato la Striscia fino al 2005; nel 2007 essa è passata sotto il governo del gruppo islamista di Hamas. Pur avendo ritirato coloni e truppe dal territorio, Israele continua a mantenere un blocco navale e aereo, insieme a controlli e restrizioni per il passaggio di persone e merci.
06/08/2022 12:22