04/06/2015, 00.00
ISRAELE - PALESTINA
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Raid aerei di Israele a Gaza, in risposta al lancio di razzi dalla Striscia

Nuova operazione dell’aviazione israeliana contro obiettivi militari di Hamas a Gaza; colpiti tre centri di addestramento. L’attacco è una risposta al lancio di due razzi nel sud di Israele. Al momento non si hanno conferme di vittime o feriti. Dietro gli attacchi (forse) un gruppo jihadista legato allo Stato islamico.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Per la seconda volta in meno di dieci giorni l’aviazione israeliana ha sferrato un attacco aereo contro obiettivi dei miliziani nella Striscia di Gaza. Il raid è avvenuto alle prime ore di oggi e, secondo fonti militari israeliane, ha “centrato con successo” almeno tre “infrastrutture” utilizzate dai “terroristi” come campi di addestramento. Anche in questo caso, a scatenare l’offensiva dell’esercito con la stella di David il lancio di almeno due razzi avvenuto ieri pomeriggio dalla Striscia verso il sud di Israele. 

Testimoni locali e fonti mediche riferiscono che, al momento, non si hanno notizie di vittime o di feriti. Secondo le prime ricostruzioni i raid dell’aviazione hanno centrato due campi di addestramento appartenenti ad Hamas; il terzo, invece, sembra essere utilizzato da un piccolo gruppo palestinese legato al jihad islamico internazionale. 

I razzi lanciati dalla Striscia sono atterrati nei pressi di Ashkelon e Netivot, due cittadine del sud di Israele, e anche in questo caso non avrebbero provocato danni a civili. Poco prima in gran parte della zona erano risuonate le sirene di allarme anti-missili.

Il ministro israeliano della Difesa Moshe Yaalon punta il dito contro Hamas, ritenuto responsabile del lancio dei missili sul proprio territorio “anche se quanti hanno materialmente sparato sembrano essere militanti del jihad” che “sfidano Hamas cercando di colpire noi”. 

Lo scambio di colpi fra Israele e miliziani a Gaza rompe per la seconda volta la fragile tregua fra le parti in vigore dalla fine di agosto, che ha segnato la conclusione della guerra nella Striscia. Chiamata “Operazione Margine di protezione”, la campagna lanciata da Israele per bloccare i lanci di missili sul proprio territorio è iniziata l’8 luglio 2014 e si è interrotta il 26 agosto successivo.

Le violenze hanno causato 2.200 vittime fra i palestinesi (di cui 1.500 civili) e 73 morti sul versante israeliano, 67 dei quali fra i soldati. Almeno 11mila i feriti, la maggior parte dei quali sul fronte palestinese, di cui il 70% civili. Nel conflitto sono deceduti oltre 500 bambini. 

In queste ore un gruppo salafita ha postato un messaggio su twitter, in cui rivendica la responsabilità per il lancio di razzi avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri. Si tratterebbe del sedicente movimento Brigate di Omar, che avrebbe agito per vendicare l’uccisione da parte di Hamas di un militante dello Stato islamico avvenuta a Gaza il 2 giugno scorso. 

L’agenzia palestinese Maan riferisce che le violenze di questi ultime ore giungono in concomitanza con un rafforzamento delle misure di controllo e repressione da parte di Hamas nella Striscia, per fermare militanti appartenenti a “gruppi islamici terroristi” operativi a Gaza. La stessa agenzia conferma che, finora, non si hanno molti dettagli sul sedicente gruppo Brigate di Omar e la sua “potenziale influenza” all’interno del territorio palestinese.

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