Quảng Bình, sacerdoti solidali con i cittadini: la nuova diga è un pericolo
L’impianto per l’irrigazione di Rào Nam dista solo 150 metri dal villaggio di Linh Cận Sơn. In caso di tracimazione, sono a rischio nove villaggi del distretto di Quảng Trạch. Agli appelli del clero, le autorità hanno risposto con intimidazioni e minacce di morte.
Hanoi (AsiaNews) – Nella provincia costiera di Quảng Bình (Vietnam centrale), dallo scorso agosto sacerdoti e religiosi sostengono le proteste dei residenti contro la costruzione di una diga che mette a rischio le abitazioni di centinaia di famiglie. La diga di Rào Nam dista solo 150 metri da Linh Cận Sơn, villaggio situato a Quảng Sơn, comune rurale nella municipalità di Ba Đồn. I cittadini temono che un malfunzionamento dell’impianto possa causare morte e distruzione.
Per il Rào Nam Irrigation System Project, il Dipartimento dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale della provincia di Quảng Bình ha disposto un investimento totale di 350 miliardi di dong (13,48 milioni di euro). La costruzione dello sbarramento è iniziata nel 2017 e, secondo le autorità, si concluderà nel 2021. Il progetto prevede la sostituzione della vecchia diga con una di sette metri più alta. Una volta ultimata, questa fornirà acqua a 1.800 ettari di terreni agricoli e allevamenti ittici.
Le autorità provinciali hanno aperto il cantiere nonostante il progetto abbia da subito incontrato resistenze. Secondo la popolazione, la maggiore portata del bacino rappresenta una minaccia per nove villaggi del distretto di Quảng Trạch. In particolare, desta preoccupazioni il funzionamento della diga durante la stagione delle piogge. Qualora le autorità decidessero di aprire lo sbarramento per evitarne la tracimazione, l’acqua invaderebbe i villaggi spazzando via case e bestiame.
Nelle loro proteste, i residenti nell’area sono sostenuti dal clero del distretto di Hòa Ninh (diocesi di Hà Tĩnh). Lo scorso 27 dicembre, sette sacerdoti hanno pubblicato un appello in cui invitano i fedeli alla preghiera e alla comunione con la popolazione di Quảng Trạch. Nel documento, la diga è definita “un enorme bomba ad acqua” che pende sulla testa di nove villaggi. Per questo, i sacerdoti chiedono che il governo locale spieghi il progetto in modo pubblico ed esauriente. Le autorità hanno risposto con intimidazioni e tentativi di corruzione, ricorrendo ai media di partito per diffamare oppositori al progetto e preti. Questi ultimi sono stati oggetto persino di minacce di morte.
La sig. ra Phan Thị Thủy, una residente nel villaggio di Linh Cận Sơn, dichiara ai media locali: “La nostra gente è molto povera. Questa zona si trova a valle. Ogni stagione delle piogge, siamo duramente colpiti. La metà delle nostre case sono a rischio costante di alluvione. L’acqua è in grado di spazzare via tutto. Dopo ogni inondazione, siamo molto spaventati. Ma ora il governo vuole bloccare il fiume per costruire una nuova diga più alta di oltre 7 metri. In caso di forti precipitazioni, questa potrebbe rompersi”. Altri residenti aggiungono: “Le conseguenze sarebbero disastrose. Chiediamo al governo di spostare la diga di 5 km e di ridurne l’altezza”.