29/01/2016, 08.20
CINA
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Qufu, ancora bloccata la costruzione di una chiesa: fa ombra a Confucio

di John Ai

Non si placano le polemiche per la decisione di costruire una chiesa protestante nel luogo di nascita del filosofo. Già cinque anni fa alcuni studiosi confuciani si opposero al progetto. Oggi la discussione riprende vigore, e la chiesa rimane sulla carta. Ma nell’area le religioni hanno convissuto per secoli.

Pechino (AsiaNews) – Un gruppo di studiosi confuciani ha firmato e pubblicato una lettera aperta in cui si chiede alle autorità di proibire la costruzione di una chiesa nella città di Qufu, luogo di nascita di Confucio. Il testo, che ricalca una protesta simile del 2010, ha scatenato un dibattito nella società civile sul ruolo della chiesa, della cultura tradizionale e della libertà religiosa. L’edificio, dedicato alla Trinità, è pensato in stile gotico: la sua costruzione è del tutto finanziata da una comunità protestante locale. Il progetto la prevede alta 43 metri, con 3mila posti a sedere; ma in questo modo “farebbe ombra” al tempio di Confucio (v. foto), che raggiunge soltanto i 25 metri.

La costruzione è da anni sulla carta. Nonostante questo, gli studiosi della filosofia tradizionale hanno lanciato una prima protesta online nel dicembre 2010. A nulla sono servite le proposte di includere nell’edificio cristiano un Centro di scambi culturali con il Confucianesimo. Il gruppo di studiosi, oltre a opporsi, ha chiesto “rispetto per la terra sacra della cultura cinese”.

La seconda versione della lettera sostiene inoltre che un luogo di culto cristiano “è stato costruito in segreto” a tre chilometri dal tempio di Confucio. L’edificio gotico del progetto originario è divenuto un bungalow: “Questo diverrà una grande chiesa protestante dopo la Festa di Primavera”. Un funzionario del locale Dipartimento affari religiosi dice però al Global Times (organo ufficiale del governo) di “non sapere nulla di questa cosa”.

È vero che dal 2005 nei pressi del tempio sorge una chiesa. Può ospitare 800 persone, e spesso i fedeli devono rimanere all’esterno per seguire le funzioni. Il nuovo progetto è stato invece già approvato anni fa dalle autorità: esso dovrebbe rimpiazzare quello distrutto durante la Rivoluzione culturale.

Anche qui si pone un problema: la lettera aperta dice infatti che a Qufu “non sono mai esistiti luoghi di culto di religioni straniere”. Ma in realtà diverse fedi hanno convissuto nell’area per centinaia di anni. Una moschea, costruita alla fine della dinastia Ming, sorge a circa 500 metri dal tempio di Confucio: è stata distrutta durante la Rivoluzione culturale e ricostruita nell’ultimo decennio. Distrutte dalle Guardie Rosse anche due chiese, una protestante e una cattolica.

Secondo il Global Times, nel 2011 erano registrati nell’area circa 7mila cristiani protestanti: il numero dei non registrati potrebbe arrivare a 10mila. Al contrario, le autorità nazionali non hanno mai ammesso il confucianesimo tra le religioni ufficiali: oggi alcuni maestri di questa filosofia stanno appunto cercando di ottenere il riconoscimento nazionale.

Di fatto il confucianesimo era definito durante l’era maoista un “retaggio del feudalesimo”, al punto che i resti mortali di Confucio hanno subito danni terribili durante le campagne politiche ispirate da Mao Zedong. Oggi invece le stesse dottrine sono sfruttate dal governo per promuovere una “società armoniosa”. Negli ultimi tempi, inoltre, Pechino ha deciso di investire nel “soft power” culturale e ha iniziato a usare il confucianesimo come strumento per contrastare le “influenze” della cultura occidentale. 

Uno degli aspetti per cui il Partito ama il confucianesimo è l'indicazione a sottomettersi in modo totale all'autorità costituita.

 

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