Quezon, i cattolici piangono ‘p. Pete’: con gli indigeni nella lotta al mega-impianto cinese
Il sacerdote è deceduto a 75 anni per complicazioni legate alla salute. Nel 2020 aveva subito un ictus mentre si preparava ad un’audizione in Senato nell’ambito della lotta contro la diga di Kaliwa, finanziata da Pechino. Un progetto da quasi 250 milioni di dollari per rifornire di acqua la capitale, ma che mette a rischio i popoli indigeni Dumagat-Remontados.
Manila (AsiaNews) - I cattolici filippini piangono la scomparsa, il 26 gennaio scorso, di p. Pedro “Pete” Montallana, figura di spicco nei movimenti di opposizione al controverso progetto della diga di Kaliwa e famoso per le sue battaglie a favore dei diritti delle popolazioni indigene. Preghiere e omaggi si sono moltiplicati in queste ore da parte di esponenti del clero e laici, dopo l’annuncio del decesso del religioso francescano da parte di mons. Bernardino Cortez della prelatura di Infanta, nella provincia settentrionale di Quezon.
Egli, ha sottolineato il prelato, ha vissuto “una vita dedicata al carisma” del santo di Assisi, ponendosi fin dal 1993 “al servizio degli indigeni” ed è deceduto a 75 anni di età a causa di “complicazioni legate allo stato di salute”. Ha subito un ictus nel 2020 mentre stava per comparire davanti al Senato in audizione, per opporsi alla diga di Kaliwa finanziata da Pechino e per un valore complessivo di 244 milioni di dollari.
Il sacerdote era il direttore dell’Apostolato delle popolazioni indigene della prelatura di Infanta e fino alla sua morte era stato amministratore parrocchiale del santuario di s. Giuseppe a Polilio, nella provincia di Quezon. Anche la Commissione episcopale per i popoli indigeni (Ecip) ha pianto la sua scomparsa, definendolo un “portatore di speranza” per le comunità indigene della Sierra Madre. “La speranza suscitata dal ministero di p. Pete tra le comunità indigene continuerà” ha dichiarato il vescovo Valentine Dimoc, presidente della Ceip. “Porteremo avanti la missione - ha aggiunto - e cammineremo insieme ai nostri fratelli e sorelle”.
P. Montallana è stato un critico dichiarato di un mega-progetto finanziato dalla Cina, che secondo lui avrebbe danneggiato le comunità locali, in particolare i gruppi indigeni e le popolazioni vulnerabili. Il religioso ha anche guidato una petizione contro l’impianto, nel tentativo di proteggere l’ambiente, l’ecosistema e le terre ancestrali della tribù Dumagat. La costruzione della diga di Kaliwa risulta attualmente in corso e dovrebbe essere completata entro il 2027, nell’ambito di un piano più ampio per aumentare l’approvvigionamento idrico di Manila.
Il sacerdote ha avvertito che la diga, un progetto chiave nell’ambito del programma “Build, Build, Build” dell’ex presidente Rodrigo Duterte, finirà per sommergere 300 ettari di ecosistemi forestali nella Sierra Madre. Inoltre, essa influenzerà i mezzi di sussistenza di oltre 100mila persone e devasterà la cultura dei popoli indigeni Dumagat-Remontados delle province di Quezon, Aurora e Rizal a est di Manila. L’attuale capo dello Stato Ferdinand Marcos Jr sta continuando con la costruzione della diga, perché allevierebbe i problemi idrici della capitale.
Nonostante le minacce e l’opposizione, ha dichiarato la Conferenza dei Superiori Maggiori delle Filippine (Cmsp), p. Montallana è rimasto “fermo nella sua missione” guidato dalla fede e dalla fiducia nella provvidenza di Dio. “La passione di p. Pete per la giustizia, la sua cura per il creato e la sua profonda spiritualità hanno lasciato un segno indelebile in innumerevoli vite” ha dichiarato in una nota la Cmsp. “La sua eredità - conclude - ci chiama a continuare il lavoro che lui ha sostenuto senza paura: difendere la dignità dei poveri, preservare la creazione di Dio e vedere Cristo in ogni persona che incontriamo”.
P. Montallana è stato segretario co-esecutivo della Cmsp, nota come Associazione dei Superiori Religiosi delle Filippine (Amrsp), nel periodo fra il 1985 e il 1989. Ordinato sacerdote per l’Ordine dei Frati Minori-Provincia Filippina, il religioso è stato ufficialmente incardinato nella prelatura dell’Infanta nel 2022. Radio Veritas amava definire il sacerdote “un amante dei poveri”.