Quattro anni dopo la tragedia del Sewol, il governo viene condannato
Il traghetto è affondato nel 2014: nel disastro sono morte 304 persone, in maggioranza giovani. Il capitano e i membri dell’equipaggio sono in galera, ma la compagnia proprietaria della nave e lo Stato erano riusciti fino a oggi a evitare ogni pendenza. Tra le cause del naufragio, la scarsa manutenzione e il sovraffollamento della nave.
Seoul (AsiaNews) – Un tribunale di Seoul ha condannato il governo sudcoreano e un’azienda che opera nel settore del trasporto marittimo a risarcire le famiglie delle vittime del Sewol, traghetto affondato nel 2014 a causa dell’incuria e del sovraffollamento. I parenti dei defunti avevano accusato sin dal primo momento le autorità di connivenza nella strage, ma l’allora esecutivo era riuscito a evitare ogni pronunciamento giuridico.
La tragedia è avvenuta il 16 aprile 2014 e ha scosso l'intero Paese. Il natante, di circa 6.825 tonnellate e lungo 145 metri, si è prima ribaltato su un fianco e poi è scomparso tra le acque. Nel disastro sono morte 304 persone, per la maggior parte studenti liceali in gita. Le cause dell’affondamento sono state il sovraffollamento della nave, la scarsa manutenzione e l’inesperienza dei membri dell’equipaggio. Alcuni sopravvissuti infatti hanno raccontato di non aver ricevuto alcun tipo di aiuto dal personale del traghetto e della Guardia costiera, neanche quando l’affondamento era già evidente.
Nel processo contro il capitano della nave e alcuni membri dell’equipaggio che si è svolto nel novembre 2014, la corte ha condannato i 15 imputati a pene che vanno dai 36 ai 20 anni di carcere. Tuttavia, nessun accenno era mai stato fatto alle cause e alle responsabilità della società proprietaria del Sewol: questo anche grazie alla vicinanza dell’azienda con l’allora presidente sudcoreana Park Geun-hye.
La corte, si legge nella sentenza, “riconosce la legittimità del risarcimento richiesto dai familiari perché è evidente la negligenza dello Stato e della Cheonghaejin Marine Co. Questa negligenza è alla base del disastro”. I giudici hanno stabilito il pagamento di 200 milioni di won (circa 110mila euro) per ogni passeggero deceduto, che andranno pagati ai genitori o ai coniugi. Sono stati inoltre riconosciuti i danni psicologici anche ai fratelli e ai nonni delle vittime, per una cifra che vai dai 5 ai 20 milioni di won.
Durante il viaggio apostolico in Corea del Sud, in occasione della Giornata asiatica della Gioventù del 2014, anche papa Francesco ha voluto esprimere vicinanza ai familiari delle vittime, incontrandoli di persona (v. foto) e chiedendo “verità e giustizia” per l’accaduto. Il pontefice ha anche deciso di battezzare di persona il padre di uno degli studenti morto nel disastro, che come nome ha scelto “Francesco”.
23/03/2017 09:00