Quasi 1400 i morti di Gaza. Netanyahu: Continueremo fino alla distruzione dei tunnel
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Il 24mo giorno della guerra di Gaza ha portato il builancio delle vittime a quasi 1400. Intanto il premier israeliano Benjiamin Netanyahu ha promesso che Israele non si fermerà fino alla completa distruzione dei tunnel che dalla Striscia entrano nel territorio israeliano.
Anche quest'oggi vi è stata una pioggia di missili e mortai a Sderot, Ashkelon, Eshkol, Beersheva, con danni materiali, ma senza vittime.
I raid israeliani di stanotte e di questa mattina hanno fatto cinque vittime. Le autorità sanitarie palestinesi hanno dichiarato che il numero di morti in queste tre settimane di guerra è giunto a 1380. Di questi 315 sono bambini e 166 donne. Il numero dei feriti è salito a 8mila, dei quali 2307 bambini e 1529 donne.
Ieri altri tre soldati israeliani sono stati uccisi e altri 12 feriti. Il bilancio dei morti fra gli israeliani è ora di 56 militari e tre civili, di cui uno è un lavoratore thailandese.
L'esercito israeliano afferma che nell'offensiva lanciata dall'8 luglio scorso, sono stati colpiti 4100 obiettivi; i gruppi legati ad Hamas hanno lanciato più di 2670 razzi, dei quali 2102 hanno colpito Israele e 513 sono stati fermati dal sistema antimissilistico Iron Dome.
La situazione nella Striscia è insostenibile. Le persone non si sentono sicure da nessuna parte; manca acqua e luce; secondo l'Onu gli sfollati interni sono circa 240mila.
Mentre le cifre si gonfiano giorno dopo giorno, non si intravvedono spiragli di pace. Israele, che aveva lanciato l'operazione "Confini protettivi" per fermare i razzi di Hamas, ora vuole distruggere tutti i tunnel "terroristi" che da Gaza oltrepassano il confine.
Stamane, prima di un incontro di gabinetto a Tel Aviv, Netanyahu ha detto che Israele è "determinato a completare questa missione con o senza cessate-il-fuoco". "Non sono d'accordo con nessuna proposta - ha aggiunto - che non renda capace l'esercito a completare questo importante obiettivo in nome della sicurezza di Israele".
Ieri emissari israeliani si sono recati in Egitto per colloqui su una possibile tregua a Gaza. Ma hanno promesso soltanto dei cessate-il-fuoco temporanei per aiuti umanitari in alcune aeree.
Da parte sua, Hamas insiste che ogni cessate-il-fuoco deve includere la fine del blocco della Striscia, che dura da otto anni. Questo significa l'apertura del passaggio di Rafah, con l'Egitto, ma anche i passaggi con Israele e soprattutto quello di Eretz, per permettere ai palestinesi di Gaza di raggiungere la Cisgiordania.
L'esercito israeliano ha deciso ieri di richiamare alle armi altri 16mila riservisti, portando il loro numero a 86mila, che da oggi dovrebbero iniziare ad essere dispiegati in diversi punti per permettere alle truppe che combattono da settimane di "tirare il fiato".
Superando screzi con l'amministrazione Obama e pesanti giudizi sul segretario di Stato John Kerry, alcuni giorni fa Israele ha ottenuto dal Pentagono un nuovo rifornimento di munizioni "per sviluppare e mantenere una forte e pronta capacità di autodifesa", come ha dichiarato il portavoce John Kirby.