Pyongyang condanna a morte il fautore dell’apertura con Seoul
di Theresa Kim Hwa-young
Choe Sung-chul è stato giustiziato per gli esiti “fallimentari” del dialogo con il Sud. La notizia non viene confermata a livello ufficiale dal governo sud-coreano. Analisti parlano di “montatura” del Sud in risposta alla minaccia di Pyongyang di chiudere il complesso di Kaesong.
Seoul (AsiaNews) – Il regime comunista del Nord ha giustiziato Choe Sung-chul, vice-presidente del Comitato nord-coreano di pace dell’Asia-Pacifico e figura di primo piano nei negoziati fra le due Coree del recente passato. L’agenzia sud-coreana Yonhap riferisce che l’esecuzione risalirebbe al 2008, anche se la notizia è circolata solo nei giorni scorsi.
Choe Sung-chul è scomparso dalla scena pubblica all’inizio del 2008, tra voci mai confermate che parlavano di un allontanamento dai vertici del partito. Secondo la versione ufficiale egli è stato giustiziato con l’accusa di “corruzione”, ma esperti di politica nord-coreana spiegano che ha pagato con la vita il “sostegno alla politica del ‘sole splendente’ verso il Sud”.
La Sunshine policy è il lento cammino verso una normalizzazione dei rapporti fra le due Coree – ancora in guerra a livello formale – promosso dal Sud nel 1998 dall’ex presidente Kim Dae Jung. Essa ha favorito gli storici vertici del 2000 e del 2007 fra Seoul e Pyongyang, in seguito ai quali sono stati avviati rapporti economici e commerciali tra cui il complesso industriale di Kaesong. Tale politica ha subito una battuta d’arresto nel 2008 con l’elezione a capo di Stato di Lee Myung-bak, il quale ha sempre condizionato aiuti e colloqui bilaterali alla fine del programma nucleare del Nord.
Fonti non ufficiali affermano che a “pagare” per l’inasprimento dei rapporti fra Seoul e Pyongyang sarebbe stato proprio Choe Sung-chul, divenuto il “capro espiatorio” della situazione. Egli avrebbe valutato “in maniera errata” le conseguenze della politica del dialogo, che non ha garantito i frutti sperati dal Nord, e le politiche promosse dall’attuale presidente conservatore sud-coreano una volta salito al potere. La notizia non viene però confermata a livello ufficiale dalla Corea del Sud; durante un incontro con i giornalisti, il Ministro sud-coreano dell’unificazione afferma di non avere elementi certi per ritenerla valida.
Analisti ricordano però la vicenda di Soe Gwan-hee, Segretario all’agricoltura del Partito comunista, giustiziato nel 1997 perché ritenuto responsabile della carestia che ha colpito milioni di nord-coreani negli anni ’90. Un analogo trattamento sarebbe stato riservato a Choe, punito per la “fallimentare” politica di dialogo con il Sud. Un funzionario sud-coreano, in condizioni di anonimato, aggiunge che la storia potrebbe essere una “montatura” in risposta alla minaccia di Pyongyang di chiudere il complesso industriale di Kaesong.
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