Pyongyang, il settimo lancio di missili
Il lancio è avvenuto stamane dalla base di Sondok. I missili sono caduti in mare, all’esterno della Zona economica esclusiva del Giappone. Il test effettuato a poche ore dalla revoca dell’accordo sullo scambio di informazioni militari tra Seoul e Tokyo.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Questa mattina il regime di Pyongyang ha testato altri due missili balistici a corto raggio. Il lancio è stato confermato dal capo dell’esercito sudcoreano e dal Ministero della difesa giapponese, che ha aggiunto che l’ennesimo test – il settimo in poche settimane – non rappresenta una minaccia alla sicurezza del Paese.
Seoul ha dichiarato che i due missili sono stati lanciati alle 6.45 e alle 7.02 di stamane dalla base di Sondok, nella provincia meridionale di Hamgyong. Dopo aver percorso un tragitto di circa 380 km e raggiunto l’altezza di 97 km, i due razzi hanno terminato la loro corsa in mare, sulla costa orientale.
Il test di oggi rischia di approfondire ancora di più la distanza tra Donald Trump e Kim Jong Un, dopo lo storico incontro tra i due leader nel villaggio di Panmunjom avvenuto alla fine di giugno. All’inizio di agosto il presidente Usa ha dichiarato che l’omonimo nordcoreano aveva promesso di bloccare i test balistici al termine delle esercitazioni militari congiunte tra militari di Washington e di Seoul, osteggiati da Pyongyang e conclusi questa settimana.
Appena si è diffusa la notizia dei lanci, si è riunito il Consiglio per la sicurezza nazionale delle Corea del Sud. L’organismo ha dichiarato che i continui test da parte del regime del Nord sono causa di “forte preoccupazione”. Taakeshi Iwaya, ministro giapponese della Difesa, denuncia inoltre che i missili nordcoreani rappresentano una “chiara violazione” delle risoluzioni Onu e non possono essere ignorati. Poi fa sapere che i razzi sono caduti al di fuori della Zona economica esclusiva del Giappone.
Gli analisti fanno notare che l’ultimo test balistico avviene a poche ore dalla decisione di Seoul di revocare l’accordo bilaterale sullo scambio di informazioni militari stipulato con il Giappone nel febbraio 2016 allo scopo di condividere notizie sensibili per la sicurezza dell’area. Iwaya ha definito “deplorevole” la cancellazione del patto, che consentiva di scambiarsi in tempi brevi rapporti riguardanti soprattutto la Corea del Nord.