Putin va dal Papa: in agenda la guerra in Siria e i cristiani del Medio Oriente
Mosca (AsiaNews) - Dal Cremlino parlano ancora di una fase di preparazione, ma dalla Sala Stampa vaticana è data per certa, il 25 novembre alle 17, quella che sarà la prima visita ufficiale del presidente russo, Vladimir Putin, a papa Francesco. Putin potrebbe incontrare il Papa a Roma a fine novembre, ha dichiarato il portavoce del presidente Dmitri Peskov, commentando le notizie uscite sui media italiani, e confermate dal Vaticano, sull'udienza privata tra i due leader il 25 novembre, alla vigilia del vertice inter-governativo tra Italia e Russia, previsto il giorno dopo a Trieste.
"Della possibilità di questo incontro se ne sta discutendo nell'ambito della preparazione della visita del presidente in Italia, in programma il 25 e 26 novembre", ha detto a Interfax Peskov. L'udienza dal Papa sarebbe stata secondo alcuni media "fortemente voluta" dal presidente russo, il quale al vertice del G20 a settembre a San Pietroburgo, aveva esplicitamente citato il Vaticano tra gli Stati contrari a un attacco militare esterno contro la Siria, che all'epoca sembrava imminente.
Pochi giorni prima era stato lo stesso papa Francesco a scrivere al capo del Cremlino, da sempre sostenitore di una soluzione diplomatica e politica alla crisi siriana, una lettera in cui sottolineava la preoccupazione della Santa Sede per l'eventualità di un intervento militare come chiedevano a gran voce gli Usa. Peskov ha dichiarato che "è ancora troppo presto" per dire se durante l'incontro in Vaticano si discuterà della missiva di Bergoglio, ma di certo sul tavolo ci saranno il tema degli sforzi internazionali per mettere fine al conflitto siriano e la situazione dei cristiani in Medio Oriente. Dossier su cui, al momento, c'è maggiore sintonia tra Santa Sede e Patriarcato di Mosca, impegnato dal canto suo - sia economicamente, che diplomaticamente - per la tutela di questa minoranza nella regione.
A spiegarlo, in una recente intervista ad AsiaNews, era stato lo stesso ministro degli Esteri del Patriarcato russo-ortodosso, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne, il quale aveva definito "insoddisfacente" il lavoro tra le due Chiese sul piano teologico, mentre aveva parlato di un "efficace" lavoro comune "sui valori morali e del sociale", che comprende anche la difesa dei valori tradizionali in Europa e la presenza cristiana in Medio Oriente. A precedere Putin a Roma, con una visita in Vaticano, sarà lo stesso Hilarion, il 12 novembre, il quale presenterà anche il libro "Verbo di Dio e parola dell'uomo", con interventi del filologo russo Serghei Averintsev.
Il dossier dei cristiani perseguitati è non solo centrale nella politica estera del Patriarcato, ma anche in quella del Cremlino, sempre più intenzionato a presentarsi come mediatore tra Oriente e Occidente, calibrando le denunce di violenze sulle minoranze cristiane, con le dichiarazioni di amicizia e sostegno ai leader musulmani. Il mese scorso, circa 50mila cristiani siriani hanno chiesto la cittadinanza russa, col timore di "essere banditi dalle proprie terre, per la prima volta dalla nascita di Cristo". Il Cremlino ha subito dichiarato che prenderà in seria considerazione la richiesta. Putin ha avuto già tre incontri con i precedenti pontefici: nel marzo 2007, con Benedetto XVII e con Giovanni Paolo II, nel giugno 2000 e a novembre 2003. A febbraio del 2011, era stato invece l'allora capo di Stato russo, Dmitri Medvedev, a far visita in Vaticano a papa Ratzinger, due anni dopo il ristabilimento delle piene relazioni diplomatiche tra i due Stati.