Punjab: attivista cristiano oggetto di minacce della polizia
di Jibran Khan
Waseem Shakir ha querelato un gruppo di agenti, perché hanno oltraggiato la fede cristiana con frasi ingiuriose. Le forze dell'ordine hanno ribaltato la vicenda e denunciato l'uomo con false accuse. Sacerdote a Muzaffargarh: abuso di potere della polizia che colpisce le fasce più deboli e gli emarginati.
Islamabad (AsiaNews) - Waseem Shakir, attivista per i diritti umani e coordinatore distrettuale della PML-N (Pakistan Muslim League Nawaz) a Kot Addu, nel distretto di Muzaffargarh, provincia del Punjab, denuncia di aver ricevuto minacce da agenti di polizia. In precedenza egli ha sporto querela contro elementi delle forze dell'ordine, per aver oltraggiato la religione cristiana con frase denigratorie e oltraggiose. Per aver intentato l'azione legale, ora teme possibili rappresaglie e di rimanere vittima di un'imboscata.
Secondo fonti locali, l'aiuto ispettore Riaz ha cercato di mettersi in contatto con il fratello di Waseem, Faheem Masih, e gli ha chiesto di "convincere" il congiunto a ritirare la denuncia. In caso contrario, avverte, egli dovrà "vedersela" con la polizia.
Un gruppo di ufficiali avrebbe infatti contattato Waseem Shakir, minacciandolo di fare la stessa fine di "altri attivisti" cui è stata "tappata la bocca". Egli è oggetto di pressioni su più fronti, perché ritiri la querela, in cui ha denunciato la pratica della polizia che "compie delle visite alla comunità della zona", colpisce gli abitanti e usa un linguaggio "denigratorio" nei confronti della religione cristiana.
Quando l'attivista ha sporto denuncia, in risposta gli agenti hanno ribaltato le posizioni e aperto un fascicolo a suo carico accusandolo di aver "attaccato" le forze dell'ordine e sparato contro di loro. Il giudice che ha esaminato il fascicolo si è detto sorpreso per le imputazioni a carico di Shakir: fra gli agenti, infatti, non risultano danni o feriti a colpi di arma da fuoco.
Interpellato da AsiaNews p. John Chand, sacerdote a Muzaffargarh, condanna con forza l'ennesimo episodio di violenze anticristiane, con protagonisti dei membri delle forze dell'ordine. "É una vergogna - dichiara - che la polizia usi tattiche disumane per minacciare gli attivisti". Per . p. John si tratta di una "pratica comune" nel Punjab, dove la polizia abusa del proprio potere a danno degli emarginati e delle categorie più deboli della popolazione, come avvenuto "nel caso della demolizione della Gosh-e-Aman a Lahore" (cfr AsiaNews 21/01/2012 Lahore, i cattolici ricorrono in tribunale contro la "blasfema" demolizione del loro istituto).
Secondo fonti locali, l'aiuto ispettore Riaz ha cercato di mettersi in contatto con il fratello di Waseem, Faheem Masih, e gli ha chiesto di "convincere" il congiunto a ritirare la denuncia. In caso contrario, avverte, egli dovrà "vedersela" con la polizia.
Un gruppo di ufficiali avrebbe infatti contattato Waseem Shakir, minacciandolo di fare la stessa fine di "altri attivisti" cui è stata "tappata la bocca". Egli è oggetto di pressioni su più fronti, perché ritiri la querela, in cui ha denunciato la pratica della polizia che "compie delle visite alla comunità della zona", colpisce gli abitanti e usa un linguaggio "denigratorio" nei confronti della religione cristiana.
Quando l'attivista ha sporto denuncia, in risposta gli agenti hanno ribaltato le posizioni e aperto un fascicolo a suo carico accusandolo di aver "attaccato" le forze dell'ordine e sparato contro di loro. Il giudice che ha esaminato il fascicolo si è detto sorpreso per le imputazioni a carico di Shakir: fra gli agenti, infatti, non risultano danni o feriti a colpi di arma da fuoco.
Interpellato da AsiaNews p. John Chand, sacerdote a Muzaffargarh, condanna con forza l'ennesimo episodio di violenze anticristiane, con protagonisti dei membri delle forze dell'ordine. "É una vergogna - dichiara - che la polizia usi tattiche disumane per minacciare gli attivisti". Per . p. John si tratta di una "pratica comune" nel Punjab, dove la polizia abusa del proprio potere a danno degli emarginati e delle categorie più deboli della popolazione, come avvenuto "nel caso della demolizione della Gosh-e-Aman a Lahore" (cfr AsiaNews 21/01/2012 Lahore, i cattolici ricorrono in tribunale contro la "blasfema" demolizione del loro istituto).
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