Punjab, minoranze religiose: Basta discriminazioni, il governo rispetti la Costituzione
È l’appello lanciato tramite AsiaNews da Lela Robin Daniel, presidente dell’Alleanza per le minoranze, che chiede ai politici di tutelare i gruppi minoritari, come richiesto dalle leggi dello Stato e della sharia. “L’articolo 27 della Costituzione parla chiaro, così come la Convenzione internazionale firmata anche dal Pakistan”. La sharia impone ai datori di lavoro di trattare gli impiegati “come fratelli”.
Faisalabad (AsiaNews) – Il governo del Punjab deve mettere fine a quasi 60 anni di discriminazioni compiute ai danni delle minoranze religiose, sui luoghi di lavoro e non solo, e agire secondo la Costituzione del Paese, che dichiara l’uguaglianza fra tutti i cittadini. È l’appello lanciato tramite AsiaNews da Lala Robin Daniel, attivista e presidente dell’Alleanza nazionale per le minoranze del Pakistan.
La richiesta arriva a pochi giorni dall’ultimo episodio di discriminazione ai danni di un cristiano sul luogo di lavoro. A Qaisar Jahan, che lavora alla MC Girls High School di Faisalabad consegnando acqua alle studentesse, è stato impedito di compiere il suo dovere perché cristiano. La direttrice, infatti, non appena scoperta la sua appartenenza religiosa, gli ha imposto di fare le pulizie e non dare più da bere.
Lala Robin Daniel, che segue il caso, ha inviato una lettera di protesta al Distretto dell’educazione, ricordando l’articolo 27 della Costituzione, che recita: “Nessun cittadino, qualificato per un impiego al servizio del Pakistan, deve essere discriminato rispetto a razza, religione, casta, sesso, residenza e luogo di nascita”.
Dal documento, continua Daniel, è chiaro che il lavoro è soggetto alla Costituzione e ciò rende i governi federali e provinciali responsabili dell’attuazione delle leggi e delle regolamentazioni in materia. Cosa che, però, al momento non avviene.
Inoltre, afferma l’attivista, il lavoro è tutelato anche dalla Convenzione n.87 stilata dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) e sottoscritta dal Pakistan. Come se non bastasse, continua Daniel, la Corte federale Shariat (che si occupa di controllare che le leggi dello Stato siano in accordo con la sharia) ha pubblicato un atto che “chiede allo Stato di intervenire qualora il datore di lavoro non rispetti il dovere dato dalla sharia di trattare l’impiegato come un fratello”.
22/10/2021 12:25