Punjab, le minoranze chiedono una riforma del sistema elettorale: Ci discrimina
Faisalabad (AsiaNews) – Una riforma del sistema elettorale che permetta alle minoranze di eleggere in modo diretto i loro rappresentanti a livello locale. È quanto chiesto dalla società civile del Punjab a una manifestazione organizzata per la Giornata nazionale delle minoranze, l’11 agosto scorso a Faisalabad, lanciando la campagna “Direct Vote Now”. In particolare, i partecipanti si sono appellati al governatore chiedendo di ritirare il Punjab Local Government (Amendment) Ordinance 2015 e reintrodurre la legge del 2013.
La manifestazione è stata organizzata dal Peace and Human Development (Phd Foundation) e dall’Association of Women for Awareness and Motivation (Awam), in collaborazione con Aawaz District Forum of South Asia Partnership Pakistan (Sap-Pk), Adara Samaji Behbood e Rights of Expression, Assembly, Association and Thought (Reat).
Nel 2002 l'ex presidente Musharraf ha introdotto il "sistema elettorale congiunto", che permette ai non islamici di votare anche i candidati islamici delle rispettive circoscrizioni. Esso non dà però a cristiani, indù, sikh, e altre minoranze il potere di decidere in merito ai seggi riservati alle minoranze, facendo venire meno la teorica parità di diritti, nell'accesso alle Assemblee (camera bassa e senato).
Suneel Malik, direttore del Phd Foundation, ha dichiarato: “Il Punjab Local Government (Amendment) Ordinance 2015 è un tentativo di impedire l’emancipazione politica dei gruppi più emarginati, e di scoraggiare la partecipazione dei candidati indipendenti, non affiliati ai grandi partiti”.
“Tutte le altre province – ha aggiunto – hanno adottato il sistema elettorale diretto sui posti riservati a livello locale. È discriminatorio che gli elettori non possano dire la loro sull’elezione dei consiglieri per i posti riservati, visto che già non possono farlo per i loro rappresentanti a livello provinciale e nazionale”.
Shazia George, membro della Punjab Commission on the Status of Women, ha sottolineato: “Privando il 38,46% della leadership del diritto di diventare rappresentanti scelti, il governo vuole che il 51% delle donne, il 62% dei giovani, il 70% della classe operaia e il 3% delle minoranze religiose diventino insignificanti, inefficaci e apolitici”.
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