Proteste e scioperi ad Astrakan: le autorità ammettono irregolarità di voto
Mosca (AsiaNews) - Dopo oltre un mese di proteste e scioperi della fame, le autorità russe hanno riconosciuto "irregolarità", ma non "brogli", nelle contestate elezioni amministrative del marzo scorso ad Astrakhan, in cui la vittoria del candidato filo-Cremlino ha sollevato una nuova ondata di proteste anti-governative. In poco tempo, questa città del sud della Russia è riuscita a calamitare l'attenzione dei massimi esponenti del movimento anti-Putin, come il blogger Alexei Navalny, in cerca di nuova linfa per alimentare le manifestazioni di piazza, il cui entusiasmo è andato scemando dopo la vittoria di Vladimir Putin alle presidenziali del mese scorso che lo hanno riportato al Cremlino per i prossimi sei anni.
L'ex candidato sindaco del partito d'opposizione Russia Giusta, Oleg Shein, è in sciopero della fame dal 16 marzo per protestare contro i presunti brogli, avvenuti in favore del rivale e ha intenzione di andare avanti ancora una settimana. Intanto ha perso 10 chili e tra la sorpresa dei russi che si interrogano sui media come faccia ancora a camminare, si è recato a Mosca dove ha incontrato il capo della Commissione elettorale centrale, Vladimir Churov. Questi, dopo aver esaminato i filmati girati alle urne, portati come prove delle manipolazioni, ha ammesso "molte irregolarità procedurali nella consegna dei documenti a chiusura dei seggi". "Esamineremo i casi in modo approfondito", ha promesso il funzionario in un'intervista rilasciata al canale Vesti24, sottolineando, però, di non aver registrato "brogli significativi", che possano determinare l'annullamento della vittoria di Mikhail Stolyarov, il membro del partito di governo Russia Unita, oggi sindaco della città.
Churov ha poi annunciato che le considerazioni della Commissione elettorale saranno rese pubbliche a breve, ma che la decisione finale sull'annullamento o meno del voto spetta al tribunale, la cui prima udienza sul caso è attesa a giorni.
Lo sciopero della fame contro il potere si sta diffondendo come strumento di protesta nella Federazione e sembra iniziare a spaventare molto di più le autorità dei semplici cortei in strada. Tutto è cominciato a Omsk, dove dal 27 gennaio alcuni cittadini sono in sciopero della fame contro la "corruzione e il non rispetto delle leggi" all'interno delle forze dell'ordine. Un pensionato, che partecipava alla protesta, è già morto e altri due sono finiti in rianimazione. Poi è stata la volta di Lermontov, nel Caucaso russo dove a febbraio alcuni candidati esclusi dalle amministrative locali vinte da Russia Unita hanno smesso di mangiare fino a che le autorità non hanno deciso di annullare i risultati elettorali.
24/11/2020 10:05
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