Prosegue il terzo sciopero della fame dell’ex presidente Chen
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – E’ tornato ieri in carcere l’ex presidente taiwanese Chen Shuibian, dopo tre giorni di ricovero in ospedale per “disidratazione” per il suo terzo sciopero della fame iniziato il 7 maggio contro la prolungata carcerazione preventiva.
Ieri la Corte distrettuale di Taipei ha deciso di prolungare per altri due mesi la sua detenzione per l’affermato pericolo che possa influenzare i testimoni o fuggire. Chen (nella foto: viene portato in ospedale) è stato arrestato a dicembre con l’accusa di corruzione e altri gravi reati commessi quando era presidente. Egli ha sempre negato ogni responsabilità e sostenuto che l’accusa è motivata da ragioni politiche.
Tsai Ingwen, portavoce del Partito democratico progressista già guidato da Chen, ha detto ieri che secondo i loro avvocati “per continuare la detenzione non ci sono ragioni legali, ma solo politiche”. Cheng Wentsang, pure del Pdp, ha parlato di “carcerazione punitiva” per umiliare Chen e chi lo sostiene.
Questa è ormai la convinzione anche di ambienti indipendenti, che criticano la prolungata carcerazione perché priva Chen dei propri diritti.
Per la notte del 18 maggio il Partito democratico progressista ha deciso una marcia di protesta contro il presidente Ma Yingjeou. Il Pdp lo accusa di non rispettare i diritti umani, non saper risollevare l’economia stagnante e di rinunciare alla sovranità di Taiwan pur di riprendere i rapporti con la Cina. Sono previsti decine di migliaia di partecipanti, tra cui molti non militanti politici. Il Pdp non chiederà la formale autorizzazione per la marcia, per verificare se il governo ha intenzione di impedire simili manifestazioni di democrazia.