03/10/2006, 00.00
TAIWAN
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Prosciolta dall'accusa di corruzione la moglie del presidente taiwanese

Il pubblico ministero ritiene "insufficienti" le prove contro di lei. Intanto continuano nell'isola le manifestazioni per la revoca di Chen, che non è intenzionato a dimettersi.

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Il pubblico ministero ha prosciolto dall'accusa di corruzione Wu Shu-chen, moglie del presidente taiwanese, Chen Shui-bien. Ma questo non ferma le proteste per ottenere le dimissioni di Chen.

Wu è stata accusata di avere ricevuto 5 milioni di dollari di Taiwan (oltre 151 mila dollari Usa) in buoni d'acquisto per il Pacific Sogo Department Store in cambio di favori politici nella lotta per il controllo dell'azienda, vinta dall'imprenditore Douglas Hsu Shu-tung. Ma ieri Lin Chin-tsun, procuratore capo di Taipei, ha concluso che "non ci sono sufficienti elementi di prova che sia coinvolta nella vicenda Sogo". Anche se Wu ha speso alcuni buoni, risulta averli ricevuti dal dottore di famiglia, Huang Fang-yen, né ci sono prove che sia intervenuta a favore di alcuno. Ma Lin ha anche chiesto la condanna di Hsu a 30 mesi di carcere per reati finanziari e a pene tra 2 e 3 anni e mezzo per altri 3 imprenditori per falso documentale e reati finanziari.

La decisione concede un momento di tregua al contestato presidente Chen, ma non ferma la campagna per le sue dimissioni. Ieri notte centinaia di persone guidate da Shih Ming-teh, suo ex sostenitore ed ex presidente del Partito democratico progressista (Dpp), hanno protestato a Tainan, sua città natale, chiedendone le dimissioni. Nella notte centinaia di poliziotti sono intervenuti per tenere separati i dimostranti pro e anti Chen, dopo precedenti scontri nella vicina Chiay. I dimostranti su oltre 20 pullman stanno compiendo un tour anti Chen per tutta l'isola. Shih ha formato un nuovo partito, raccogliendo molti delusi del Dpp. Comunque il Dpp non intende chiedere per ora le dimissioni di Chen, il cui mandato scade nel 2008, anche perché appare incerto il risultato di nuove elezioni. Il presidente è accusato di essersi appropriato di 36 milioni di dollari di Taiwan (oltre 1 milione di dollari Usa) di fondi pubblici. Ha ammesso di averne speso una piccola parte per comprare libri e orologi, ma ha sempre risposto che sono stati usati per missioni diplomatiche segrete.

Il Kuomintang, principale partito di opposizione, e in discreti rapporti con Pechino, ha chiesto al parlamento di indire un referendum popolare sulle dimissioni di Chen. Il presidente, invece, cerca di appellarsi al sentimento indipendentista diffuso nell'isola: ad esempio con la proposta di adottare un nuovo nome (Taiwan invece che "Repubblica di Cina") e di chiedere di nuovo l'ammissione nelle Nazioni Unite, o anche con l'idea di riformare la costituzione e introdurci una dichiarazione di indipendenza formale. Analisti ricordano che nel 1996, quando Pechino fece esercitazioni militari nello stretto di Taiwan, il presidente Li Teng-hui fu rieletto con ampio margine; e nel 2000, quando ammonì i taiwanesi di non eleggere la persona sbagliata, vinse Chen. (PB)

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