Propaganda dello Stato islamico in Indonesia: in un video, 70 combattenti inneggiano al jihad
Jakarta (AsiaNews) – Un video della durata di due minuti ritrae circa 70 terroristi indonesiani affiliati allo Stato islamico (Si) in Siria, vestiti in tenuta da combattimento e armati di fucili, che si preparano per una missione sul campo di battaglia. Gli uomini, che appaiono sorridenti e di buon umore, fanno riferimento a sé stessi come i “Ikhwan Nusantaa”, i “fratelli dell’arcipelago”, vale a dire l’Indonesia.
La voce narrante del video, pubblicato nei giorni scorsi e girato in Siria, scandisce: “Innalziamo la bandiera [dello Si] e ci prepariamo a raggiungere una felicità abbondante ed eterna”. Il cameraman si avvicina poi ad alcuni membri del gruppo che si presentano con i loro nomi arabi.
Il video è considerato l’ultima conferma dell’esistenza del Katibah Nusantara Lid Daulah Islamiyyah, l’Unità dello Stato islamico dell’Arcipelago malese, e secondo gli esperti è una prova del grande numero di persone provenienti dalla regione che si sono unite al gruppo terroristico.
L’Indonesia, Paese a maggioranza musulmana più popoloso al mondo con 250 milioni di abitanti, promuove un islam moderato e, negli anni passati, è riuscita a sradicare le reti fondamentaliste più pericolose, come la Jamaah Islamiah (legata ad Al-Qaeda).
Secondo le stime delle autorità, gli indonesiani partiti per la Sira per unirsi allo Si sono circa 500, mentre quelli verificati dai funzionari dell’anti terrorismo sono 159. Taufik Andrie, direttore esecutivo dell’Istituto per la costruzione della pace internazionale di Jakarta, parlando al The Straits Times, stima che i combattenti partiti dall’arcipelago siano 300, ma il loro numero – dice – cresce ogni mese. Molti di quelli che partono si fingono studenti o turisti.
L’esperto è convinto che il video sia “una propaganda strategica. Mostra che gli indonesiani hanno un posto dove stare e una forza armata là [in Siria]. Questo può spingere altri simpatizzanti dello Si ad unirsi a loro”.
Il video è comparso in un momento in cui il governo indonesiano sta agendo con mano ferma contro i sostenitori dello Stato islamico nel Paese. Qualche giorno fa 14 uomini sono stati accusati di aver creato un sito internet di promozione del jihad che aiutava chi volesse partire per il Medio oriente per unirsi al “califfato”. Uno dei fermati, Amin Mude, 41 anni, stava preparando passaporti falsi per sei persone.
Nana Riana, pubblico ministero, considera questi estremisti “tutti parte di un gruppo che si è diviso gli incarichi. Del gruppo fa parte anche il ricercato Abu Jandal, che ha minacciato di attaccare il governo e la prigione dove vengono detenuti i terroristi in Indonesia”.