Processo sulle stragi di Pasqua: ‘No’ alle accuse di omicidio per due alti funzionari
Il capo della polizia e l’ex segretario delle Difesa sono le prime due teste cadute nell’inchiesta parlamentare. I massacri del 21 aprile hanno provocato la morte di 258 persone. Secondo il magistrato, non ci sono prove sufficienti per accusarli di “gravi crimini contro l’umanità”.
Colombo (AsiaNews/Agenzie) – Un tribunale dello Sri Lanka ha respinto ieri la richiesta d’incriminazione per omicidio a carico di due alti funzionari dello Stato arrestati la scorsa settimana. Si tratta del capo della polizia Pujith Jayasundara e dell’ex segretario della Difesa Hemasiri Fernando, i primi due nomi emersi nell’inchiesta parlamentare che indaga sulle stragi di Pasqua.
Il 2 luglio il capo della polizia e l’ex segretario della Difesa sono stati arrestati per negligenza: l’accusa li ritiene colpevoli di non aver fatto nulla per prevenire i massacri compiuti dai terroristi islamici lo scorso 21 aprile. Quelle stragi hanno causato la morte di 258 persone e il ferimento di altre 500. Al momento entrambi gli imputati si trovano in ospedale, ricoverati per motivi di salute, e non hanno assistito al dibattimento in aula.
Dappula de Livera, procuratore di Stato, aveva chiesto che venissero incriminati per omicidio, perché il loro atteggiamento equivale ad aver compiuto “gravi crimini contro l’umanità”. Invece il magistrato di Colombo Lanka Jayaratne sostiene che non ci sono prove sufficienti per accusarli di un crimine tanto grave. Da parte loro, i due alti funzionari affermano di aver avvisato l’ufficio del presidente; tuttavia Maithripala Sirisena non avrebbe “mai preso sul serio” le minacce.
Dopo i massacri nelle tre chiese e tre hotel di lusso di Colombo, si è scoperto che i servizi segreti indiani avevano diramato tre allerte terrorismo nel mese di aprile, di cui l’ultima due ore prima dei massacri. Tutti gli avvertimenti sono stati ignorati dalle autorità di Colombo e anche il presidente Sirisena, considerato il vero responsabile dell’immobilismo del governo, è stato costretto ad ammettere di essere stato “tenuto all’oscuro” delle informative arrivate agli uffici di competenza
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