Primo sinodo dell'arcidiocesi di Yangoon
Yangoon (AsiaNews/Ucan) Sono stati 200 i delegati che hanno partecipato al primo sinodo dell'arcidiocesi di Yangoon, conclusosi giovedì scorso sul tema: "Siamo chiamati ad essere una speranza, un corpo e uno spirito. Fa splendere la tua luce perché tutti possano vedere". All'incontro erano presenti sacerdoti, religiosi, catechisti e laici di varie organizzazioni cattoliche.
Durante il sinodo, durato 10 giorni, sono stati affrontati i principali temi della vita della chiesa della capitale: la cooperazione fra preti e laici per l'annuncio cristiano, l'ecumenismo e la formazione del clero.
Alla messa di apertura, presenti mons. Charles Bo, arcivescovo di Yangoon, e il nunzio mons. Salvatore Pennacchio, hanno partecipato più di mille persone.
Mons. Isaac Danu, vescovo di Taungngu, ha spiegato ai delegati che il sinodo è "la collaborazione di tutte le vocazioni all'unità, alla comprensione e all'amore per costruire insieme la vita di una diocesi".
I partecipanti hanno discusso problemi ed esperienze di ecumenismo fra cattolici e altri cristiani. In particolare, alcuni hanno chiesto se i cattolici, quando in piccola minoranza, possono partecipare al culto di diverse comunità cristiane. Altri delegati hanno presentato la domanda opposta: come comportarsi quando membri di altre chiese, privi di pastori, chiedono un sacerdote cattolico per guidare la loro liturgia. Essi hanno chiesto l'istituzione di gruppi ecumenici in ogni parrocchia della diocesi.
Il Myanmar è un Paese a larga maggioranza buddista (73%), i cristiani sono 3.700.000 su 45 milioni di abitanti, i cattolici 600 mila. La chiesa birmana ha 12 diocesi; dal 1965 il governo non permette l'entrata di missionari stranieri nel Paese.
La diocesi di Yangoon ha 85mila fedeli e 50 parrocchie. I sacerdoti diocesani sono 80, 23 i religiosi, 247 le religiose.
13/08/2019 11:28