Primo ministro tibetano: “Il papa indica la via per la pace”
di Nirmala Carvalho
Samdhong Rinpoche, leader politico della diaspora tibetana in India, commenta il Messaggio per la Giornata mondiale della Pace di Benedetto XVI: “Le violenze contro i cristiani ci addolorano, felici per il nuovo incontro di Assisi”.
Dharamsala (AsiaNews) – Il popolo e il governo tibetano in esilio “sono completamente d’accordo con il Papa: la libertà religiosa è il sentiero che porta alla pace”. Lo dice ad AsiaNews Samdhong Rinpoche, primo ministro della diaspora tibetana, commentando il Messaggio mondiale per la Giornata della Pace firmato da Benedetto XVI in occasione della Giornata, che tradizionalmente viene celebrata il 1° gennaio.
Nel testo, dal titolo “Libertà religiosa, via per la Pace”, il pontefice scrive: “Anche l’anno che chiude le porte è stato segnato, purtroppo, dalla persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosa”.
Secondo il professor Rinpoche, “è particolarmente felice la scelta del Papa di convocare un nuovo incontro dei leader religiosi ad Assisi. Questo approccio, molto positivo, aiuterà a promuovere la pace fra le religioni e quindi fra le nazioni”.
Il popolo tibetano, continua il primo ministro, “ha vissuto e vive con profonda angoscia le sofferenze contro i cristiani del Medio Oriente, in particolar modo durante questo santo periodo natalizio. Ogni violenza è cattiva, ma la violenza sulla base della dominazione religiosa è la più deplorevole”.
La religione, conclude, “è il modo con cui l’umanità si eleva dai mali dell’avidità, della rabbia e della violenza. Quando l’uomo usa invece la religione per dividere o per fare del male, snatura sé stesso e il senso reale dell’afflato religioso presente in tutti noi”.
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