Primi passi del tribunale internazionale per l’assassinio Hariri
Ha lasciato il Libano, diretto all’Aja, il capo della Commissione investigativa dell’Onu. Ci si interroga su come la corte risolverà la questione delle persone detenute. Tra loro quattro generali.
Beirut (AsiaNews) – Ha lasciato il Libano ed è partito per L’Aja Daniel Bellemare, capo della Commissione investigativa delle Nazioni Uniti per l’assassinio dell’ex premier Rafic Hariri. Oggi, nella città olandese, ci sarà infatti quello che può essere considerato il primo atto pubblico del Tribunale speciale incaricato di giudicare i responsabili dell’attentato del 14 febbraio 2005 (nella foto): una conferenza stampa illustrerà i dettagli del procedimento che si aprirà ufficialmente il primo marzo.
La prima questione che il Tribunale si troverà ad affrontare sarà quella dei detenuti. Attualmente sono in prigione, tra gli altri, quattro generali ed alcune persone accusate di aver preso parte al complotto o di aver reso falsa testimonianza. Secondo gli avvocati dei detenuti, la loro prigionia è già illegale, ma la questione riguarda cosa avverrà dopo un loro trasferimento in Olanda, necessario per essere giudicati. Secondo voci di stampa, Amsterdam non è disposta a tenerli nelle sue carceri, né ad accettare una loro elezione di domicilio in Olanda, nell’ipotesi che questa sia la condizione che il Tribunale ponesse in cambio della loro scarcerazione.
La questione ha assunto, in Libano, risvolti politici, soprattutto in vista delle ormai prossime elezioni. La decisione del Tribunale speciale per la loro scarcerazione o, al contrario, per la prosecuzione della loro detenzione potendo essere vista come una negazioine o una conferma del coinvolgimento della Siria nell’attentato. Con prevedibili consegueneze sul voto per i partiti e i candidati filosiriani. Ieri, intanto, il ministro libanese della giustizia, Ibrahim Najjar, in una lettera al Tribunale ha confermato la volontà del governo di collaborare con la Corte.
Da parte della Corte, fonti Onu hanno fatto trapelare che il Tribunale “non si preoccuperà per questioni di politica interna libanese”.
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