Primavera maronita in Francia: il card. Raï rilancia la presenza cristiana in Occidente
Fra i progetti in fase di sviluppo il recupero di una chiesa alla periferia della capitale e il restauro di una abbazia a Lourdes. Nell'incontro con Macron i temi di attualità politica: dalla crisi rifugiati siriani alla salvaguardia della presenza cristiana in Medio oriente.
Parigi (AsiaNews) - Sotto l’impulso delle due dimensione di amore e verità, la tre giorni di visita ufficiale del patriarca maronita card. Beshara Raï in Francia ha segnato una vera e propria “primavera” per la locale comunità cristiana. Una rinnovata vitalità nella pastorale e nell’evangelizzazione in un Occidente sempre più secolarizzato, contraddistinta dalla riapertura di chiese a lungo in disuso e dalla nascita di nuovi progetti culturali e sociali.
Fra incontri ufficiali, fra cui il primo faccia a faccia con il neo presidente Emmanuel Marcon, e la visita alle comunità maronite, il porporato ha inaugurato alcuni fra i più importanti progetti che animeranno il futuro della Chiesa locale. Fra questi il recupero della chiesa del Santissimo Salvatore a Issy-les-Moulineaux, alla periferia di Parigi, e l’istituzione di una comunità maronita nei pressi di Lourdes.
Dopo anni di abbandono, oggi la chiesa del Santissimo Salvatore ospita una messa alla settimana ed è al centro di una più vasta iniziativa finalizzata alla fondazione di un istituto scolastico trilingue, di grado superiore, sotto la direzione del collegio di Nostra Signora di Jamhour (Beirut).
Essa è l’immagine dell’incontro fra civiltà preconizzato da Giovanni Paolo II nella sua enciclica “Orientale lumen”, fra Chiese d’Oriente e Occidente. Due mondi ecclesiastici distanti per ragioni storiche, oggi più che mai spinti a unire le loro forze contro le crescenti sfide di secolarismo e fondamentalismo nella regione mediorientale e nel mondo.
Il secondo progetto prevede il rinnovamento di una vecchia abbazia, la Saint-Pé-de-Bigorre a 15 minuti circa da Lourdes. L’edificio storico servirà come casa per ritiri spirituali e centro di accoglienza per pellegrini diretti a Lourdes o a Santiago del Compostela, rafforzando la presenza della comunità maronita nella regione dei Pirenei. La sede potrà ospitare anche seminari di formazione religiosa e al suo interno verranno coltivati prodotti agricoli locali.
Alla dimensione religiosa, il viaggio in Francia del card. Raï si affianca anche quella politica e istituzionale che si è concretizzata negli incontri con le più alte cariche locali, fra cui il presidente Macron. Con il capo dell’Eliseo il porporato si è intrattenuto un’ora a colloquio, parlando di quattro temi principali: le tre conferenze internazionali sul Libano promosse da Parigi (Cedre); i rifugiati siriani in Libano e le conseguenze disastrose e non più sostenibili sul Paese dei cedri; il modello libanese di coesistenza fra religioni e culture; la necessità di salvaguardare la presenza cristiana in Libano e nella regione.
In particolare, il patriarca Raï ha insistito sulla necessità di “un ritorno immediato” dei rifugiati siriani “nelle zone sicure del loro Paese”. Il Libano, avverte, “non potrà sopportare ancora a lungo la presenza sul proprio territorio di 1,5 milioni di siriani [su un totale di 4 milioni di libanesi], ai quali bisogna aggiungere i rifugiati palestinesi” da tempo sul territorio. Ecco perché, ha aggiunto, è sempre più importante il sostegno della Francia e di tutti gli Stati membri dell’Unione europea per poter uscire dalla crisi. Infine, egli ha ricordato a Israele che “la pace si costruisce con la pace” e che il Libano “ha già pagato abbastanza” il prezzo di una politica fondata sulla violenza.
27/04/2015
15/05/2019 14:01