Primavera araba di Gaza: Pronti a marciare contro il governo del terrore di Hamas
Gaza (AsiaNews) - Migliaia di giovani della Striscia di Gaza si preparano a marciare per le strade della città per protestare contro la "dittatura del terrore" imposta da Hamas. La manifestazione si terrà l'11 novembre in occasione dell'anniversario della morte di Yasser Arafat. Il movimento Tamarud (Gaza) è nato sull'onda di quello egiziano fautore della grande manifestazione del 30 giugno che ha fatto cadere il presidente islamista Mohamed Morsi. Tuttavia, la Striscia di Gaza dominata da Hamas non è l'Egitto.
AsiaNews ha intervistato i leader del movimento palestinese che, a condizione dell'anonimato, raccontano gli obiettivi dei Tamarud Gaza. Nonostante le minacce, i sequestri e le torture eseguite dal governo islamista, essi sono decisi a scendere in piazza per mostrare al mondo "che la popolazione di Gaza è stanca dell'oppressione di Hamas e desidera una nuova vita".
Come è nato e chi ha aderito al vostro movimento?
La nostra attività è iniziata circa sei mesi fa raccogliendo consensi soprattutto fra i giovani residenti a Gaza. In poco tempo hanno aderito al movimento anche scrittori, giornalisti e intellettuali palestinesi, con i quali abbiamo deciso che era giunto il tempo di organizzare una rivolta contro le ingiustizie compiute dai membri di Hamas, chiedendo le loro dimissioni e nuove elezioni presidenziali e legislative.
Qual è la situazione nella Striscia di Gaza?
Gaza è diventato negli anni un luogo angusto dove vivono circa 1,5 milioni di persone in condizioni economiche disastrose. Nella Striscia mancano elettricità, acqua potabile e le epidemie sono molto frequenti. Tuttavia, ciò che colpisce di più la popolazione sono le politiche del governo di Hamas. Dopo il colpo di Stato del 2007 è iniziato un regime di terrore nella Striscia di Gaza. In pochi anni sono aumentati i casi di stupro, omicidio, corruzione. La popolazione vive nella totale assenza di uno stato di diritto. Le fatwa di Hamas si sono sostituite alle leggi del Consiglio legislativo. Ciò ha favorito la nascita di bande armate che non rispettano alcuna legge e praticano atti di terrorismo contro la popolazione. Gli islamisti uccidono e arrestano chiunque si opponga alle sue politiche. La gente detesta ormai qualsiasi azione compiuta dagli uomini di Hamas e chiede la fine del suo governo.
Quanti seguaci ha il movimento?
Secondo le ultime statistiche almeno 500mila persone sostengono la nostra causa a Gaza e in altri Paesi. Nella Striscia il numero è in continua crescita a causa delle continue ingiustizie perpetrate dal governo di Hamas. La maggior parte della nostra attività avviene su Facebook e altri social network. In questo modo siamo riusciti ad entrare in contatto anche con i media occidentali.
In questi mesi avete ricevuto minacce o altre forme di repressione?
Da quando è iniziata la nostra attività, le bande al soldo di Hamas hanno sequestrato e torturato decine di persone accusandole di lavorare per il nostro movimento. Ma esse esercitavano solo i loro diritti. I miliziani hanno utilizzato contro gli oppositori i metodi di tortura più efferati, ordinando loro di non partecipare al nostro lavoro. Hamas stessa ci ha minacciato di morte, attraverso il portavoce delle brigate al- Qassam. Per impedire alla gente di conoscere e partecipare alla manifestazione dell'11 novembre il governo e le milizie affiliate hanno scatenato il terrore fra la popolazione di Gaza.
Quale futuro desiderate per Gaza?
Per ora siamo determinati a condurre la nostra campagna per la manifestazione dell'11 novembre. La riuscita della protesta è necessaria per spingere il governo di Hamas a cedere il potere e organizzare elezioni democratiche sotto la supervisione di organismi internazionali. Noi speriamo che le autorità di Hamas ascoltino le richieste della popolazione oppressa. Noi desideriamo essere cittadini della Striscia di Gaza, chiediamo di poter vivere con dignità e godere di diritti e libertà, in modo da migliorare le nostre condizioni di vita e offrire ai giovani opportunità di lavoro, come nel resto del mondo. Se Dio vorrà, raggiungeremo i nostri obiettivi e fermeremo le ingiustizie compiute contro la nostra popolazione da Hamas, dai terroristi delle brigate al-Qassam e dalle bande militari. (S.C.)