Presidenziali in Indonesia: favorito Jokowi, incognite islamiste sul voto
Jakarta (AsiaNews) - Il governatore di Jakarta Joko "Jokowi" Widodo ha incontrato oggi il capo di Stato indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono a Palazzo, per rassegnare le dimissioni dall'attuale carica e poter concorrere in via ufficiale alle presidenziali di luglio. Una mossa dall'alto carico simbolico, quella compiuta dall'astro nascente della politica nazionale, che ha mostrato "umiltà" e deferenza nella visita al Presidente (nella foto) che, nell'occasione, era attorniato dai più importanti ministri di governo. La popolarità del governatore uscente della capitale resta alta, anche se non mancano le critiche per non aver ancora indicato chi sarà il suo vice. Ieri era toccato all'altro sfidante Prabowo Subianto, ex generale e figlio del celebre economista Djojohadikusumo, accompagnato dal vice Hatta Radjasa attuale ministro dell'Economia e delle Finanze, far visita al presidente Yudhoyono e presentare le credenziali. Secondo gli esperti egli sarebbe il principale sfidante dell'astro nascente Jokowi per la vittoria finale; Subianto ha subito sferrato un pesante attacco nei confronti del rivale, bollandolo come un "burattino politico" nelle mani dell'ex presidente Megawati Sukarnoputri.
Entra così nel vivo la campagna elettorale per la scelta del nuovo presidente indonesiano, la nazione musulmana più popolosa al mondo dove restano forti i contrasti fra una frangia estremista che vuole la legge islamica e una componente più liberale e laica della popolazione. Nelle ultime settimane sono salite le quotazione del governatore di Jakarta, con migliaia di giovani entusiasti che hanno deciso di sostenere la sua elezione all'insegna del motto "Amici di Jokowi".
Analisti ed esperti di politica indonesiana spiegano che dietro l'attacco di Subianto a Jokowi, vi è la decisione di Megawati e del suo partito Indonesian Democratic Party - Struggle (Pdip) di non sostenere il leader di Great Indonesia Movement Part (Gerindra), opponendo un proprio sfidante. La Megawati avrebbe così "infranto" un accordo politico del 2009, ribattezzato il "Batutulis Deal Agreement" che univa i due partiti ma che è saltato per la sconfitta alle ultime elezioni presidenziali che hanno visto la conferma al secondo mandato di Yudhoyono.
Dal mancato accordo politico fra Gerindra e Pdip, escono così due o tre schieramenti che si contenderanno la vittoria finale all'ultimo voto, in una elezione che si preannuncia incerta. In primis, la coalizione "nazionalista" che unisce il partito della Megawati e il fronte islamico moderato del Nation Development Party (Pkb), con Jokowi candidato. Come vice, la scelta potrebbe ricadere su Jusuf Kalla (ex vice-presidente nel primo mandato Yudhoyono), oppure sul capo dell'anti-corruzione Abraham Samad. Il secondo vede affiancati il Golkar dell'ex presidente Suharto e il Gerindra Party di Subianto, con quest'ultimo in lizza per la presidenza in tandem con Hatta Radjasa, suocero del secondogenito del presidente Edhi Baskoro "Ibas" Yudhoyono. Resta ora da capire come si comporterà il presidente uscente e il suo partito, che sembrano orientati a sostenere Subianto-Radjasa, ma non si escludono colpi di scena dell'ultima ora.
Ora resta da capire quale sarà la posizione dei partiti filo-islamici, da quelli moderati e nazionalisti fino alla frangia più estrema e radicale. Quest'ultima, capeggiata dal Justice and Prosperous Party (Pks), sosterrà il duo Subianto-Radjasa assieme al National Development Party (Ppp). Orientamento diverso per il Nation Development Party (Pkb), fondato dall'ex presidente Abdurrahman Wahid Gus Dur, di ispirazione moderata e nazionalista, che conferma l'appoggio a Jokowi perché più attento alle frange deboli della popolazione, carismatico e poco attento (finora) alle poltrone.
Intanto dagli ultimi sondaggi, confermati da un sentimento generale che unisce giovani, adulti e nazioni - il favorito alla vittoria finale è Jokowi per la sua "spontaneità" che lo rende alieno ai teatrini della politica e dai giochi di Palazzo. Chi non sembra apprezzare la sua popolarità, e l'inarrestabile ascesa, è l'ala estremista islamica del Paese che, già in passato, ha più volte attaccato il governatore di Jakarta. Tra le accuse più infamanti, quella di aver scelto un vice cristiano e di discendenti cinesi alla guida della capitale. Per i fondamentalisti, Jokowi sarebbe solo una marionetta nelle mani delle lobbies ebraico-statunitensi e sostento dalla minoranza cristiana.