Presidenziali, anche se insoddisfatti i russi voteranno per la continuità
Il prossimo 2 marzo la Federazione sceglie il nuovo presidente, con tutte le probabilità il “delfino” di Putin, Medvedev. Diffuso il malcontento sociale dopo i due mandati di zar Vladimir: pensioni basse, inflazione, infrastrutture antiquate e sanità inefficiente. Ma la gente ha più paura di instabilità che voglia di riforme.
Mosca (AsiaNews) - Si avvicina la chiusura della campagna elettorale per le presidenziali in Russia, il 2 marzo, e il capo di Stato uscente si appresta a dare il suo ultimo messaggio televisivo alla nazione. Secondo indiscrezioni del quotidiano Vedomosti,Vladimir Putin il prossimo 29 febbraio inviterà i russi a recarsi alle urne, senza però dare indicazioni sul voto. D’altro canto il presidente, che è praticamente certo passerà alla poltrona di premier, ha già espresso pubblicamente il suo appoggio al delfino Dmitry Medvedev. E da allora questi si comporta come se già avesse il mandato in tasca. Con l’opposizione ridotta all’angolo, le elezioni di domenica prossima non offriranno sorprese ai russi, né alla comunità internazionale. Per Medvedev si prevedono percentuali bulgare, oltre l’80 per cento delle preferenze.
“I russi – dicono gli analisti – sceglieranno la continuità”. E questo è chiaro al candidato favorito, che ha plasmato non solo i discorsi, ma tono di voce e atteggiamento sul modello del suo mentore. Nonostante la popolazione sia fortemente insoddisfatta delle attuali condizioni di vita, sembra che faccia più paura tornare all’instabilità dell’epoca delle riforme e del liberalismo di Boris Eltisn, che perpetuare lo status quo. Gli indicatori ufficiali mostrano che la proporzione dei russi che vivono in povertà è scesa, salari, consumi e standard di vita sono saliti ed è emersa una piccola classe media. Ma sotto gli otto anni della presidenza Putin, la stabilità della macroeconomia ha bloccato qualsiasi impulso alla riforme. Sistema sanitario e istruzione languono, le pensioni rimangono troppo basse, la gran parte dell’aumento delle entrate svanisce a causa dell’inflazione; i dati ufficiali parlano di una media del 10 per cento, ma molti economisti ritengono che il prezzo dei prodotti base sia addirittura raddoppiato. Le disparità sociali sorte negli anni ’90 sono solo diventate più profonde. Lo stesso Putin ha sempre dichiarato – ricorda oggi il The Moscow Times – che il suo principale obiettivo era la stabilità, piuttosto che le riforme.
La Federazione, che possiede ingenti risorse di gas e petrolio, combatte ancora con una rete di distribuzione dell’energia che risale all’epoca sovietica. Radio Free Europe racconta che le famiglie russe, non potendo regolare la temperatura nei loro appartamenti, per riscaldare l’ambiente ricorrono a pericolose stufe a gas che in molti casi generano esplosioni mortali. Gli ultimi interventi di manutenzione delle condutture del gas risale a 15 -20 anni fa e gli incendi di condomini e palazzine uccidono centinaia di persone ogni anno.
Stando ai risultati di un recente sondaggio del Levada Center, i maggiori problemi per i russi sono: pensioni basse, inflazione, inefficiente sistema sanitario, inquinamento e il sistema degli alloggi. Ma ancora in Russia il malcontento sociale non si trasforma in dissenso politico.
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