30/09/2015, 00.00
THAILANDIA – ONU
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Premier thai all’Onu: Povertà e disuguaglianza sociale minacce da combattere

di Weena Kowitwanij
Prayut Cha-o-cha ha parlato al Consiglio di tutela delle Nazioni Unite il 25 settembre scorso. Nonostante negli ultimi anni la percentuale di persone povere nel Paese sia molto calata, resta una grande sbilanciamento economico: “Il governo deve garantire pari opportunità per tutti”. Via maestra per lo sviluppo è la cosiddetta “economia autosufficiente”, promossa dal re Bhumibol Adulyadej decenni fa.

New York (AsiaNews) – Sconfiggere la povertà, eliminare le diseguaglianze sociali, proporre di nuovo la filosofia dell’economia autosufficiente del re Bhumibol Adulyadej. Sono alcuni dei punti toccati dal discorso che il primo ministro thailandese, Prayut Chan-o-cha, ha rivolto il 25 settembre scorso al Consiglio di tutela delle Nazioni Unite, all’interno della discussione “Far cessare la povertà e la fame”.

Nonostante il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà sia calato in modo costante in Thailandia nell’ultimo decennio – passando dal 42% del 2000 al 10,53% del 2014 – secondo il capo di governo la diseguaglianza sociale è un fattore ancora importante, derivante da una struttura economica sbilanciata e dal fatto che solo una stretta minoranza della popolazione possiede la maggior parte delle terre e delle risorse naturali del Paese.

Negli ultimi 50 anni, la Thailandia ha aumentato il reddito delle fasce povere con la politica del “One Tambno One Product” (“un prodotto per ogni distretto”) e garantendo l’acceso a prestiti attraverso fondi pubblici.

Rivolgendosi alla comunità mondiale, Prayut Chan-o-cha ha assicurato che il suo governo agirà per creare pari opportunità per tutti i cittadini, affinché ognuno abbia adeguato accesso alle risorse: “Non abbandoneremo nessuno e a nessuno sarà permesso usare il potere per il bene della classe politica, appropriandosi in modo indebito dei benefici della maggioranze della popolazione thai. Questa – ha spiegato il primo ministro – è l’ingiustizia che porta alla corruzione e che origina i perenni conflitti e divisioni dell’odierna società in Thailandia”.

Per risolvere i problemi sociali ed economici del Paese, il capo della giunta militare al potere promette un piano di riforme che comprendono una nuova costituzione (una bozza della quale è stata bocciata pochi giorni fa) in armonia con il contesto del Paese che dia a tutti i cittadini la possibilità di partecipare al processo di sviluppo del prossimo quinquennio, per creare un “Governo stabile, un popolo sano, una comunità sostenibile”. È compito del governo, ha detto Prayut, promulgare leggi che permettano a ciascuno di avere pari opportunità nell’educazione, nella sanità e nei servizi sociali (inclusa la giustizia).

Il primo ministro ha fatto esplicito riferimento alla filosofica di economia autosufficiente promossa dal re Bhumibol Adulyadej, come ispirazione che permetta alla Thailandia di stare al passo con lo sviluppo globale. Il pensiero del re è che lo sviluppo “debba essere portato avanti passo passo”, senza affrettare i tempi. Il primo obbiettivo è quello di garantire alla Paese un economia autosufficiente e a tutte le persone la possibilità di vivere in modo dignitoso.

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